Il mondo del giornalismo piange oggi Massimo Bordin, voce storica di Radio di Radio Radicale. Tanti ascoltatori avevano ormai con la sua rassegna stampa mattutina un appuntamento fisso: inimitabile la sua voce roca e il suo accento romano, Bordin è stato un fuoriclasse del mestiere. Indimenticabile le “fluviali” conversazioni domenicali con Marco Pannella, di cui era l’alter ego. Dimessosi dalla direzione della testata in seguito a divergenze con l’allora leader radicale, aveva però continuato a collaborare con la Radio. La morte del giornalista forse più conosciuto dell’emittente arriva proprio nei giorni in cui Radio Radicale è impegnata in una difficile battaglia per la propria sopravvivenza: il governo M5s-Lega ha infatti annunciato di non voler rinnovare la convenzione che lega l’emittente al Mef. Bordin qualche giorno fa aveva attaccato frontalmente il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. La sua scomparsa sortirà un cambio di “sensibilità” all’interno dell’esecutivo? (agg. di Dario D’Angelo)
L’ANNUNCIO IN DIRETTA
Malato da tempo ai polmoni, Massimo Bordin è morto all’età di 67 anni: l’annuncio è arrivato in diretta a Radio Radicale, una notizia che ha scosso il mondo del giornalismo e non solo. «E’ morto poco fa a Roma Massimo Bordin, con immenso dolore diamo questa comunicazione che non avremmo mai voluto dare», le parole ascoltate dai seguaci della radio di cui è stato direttore Bordin, con il conduttore che ha aggiunto: «Era malato da tempo e aveva chiesto di poter vivere e lottare contro questa malattia nel massimo riserbo. Noi abbiamo rispettato la sua scelta, ma non ce l’ha fatta. Ricorderemo il nostro Massimo e lo onoriamo con quel Requiem che tante volte ha preceduto la sua unica e splendida rassegna stampa». Pochi minuti fa è giunto l’omaggio di Roberto Saviano: «Il debito di riconoscenza che ho verso Massimo Bordin non è quantificabile. Le sue analisi, le sue parole, la sua ironia sono state ossigeno, aiuto, faro. Che dolore immenso. Come si fa senza di lui? Reagisco stringendomi a Radio Radicale, di cui è stato direttore, voce, simbolo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ADDIO A MASSIMO BORDIN
Massimo Bordin
è morto dopo una lunga malattia, lutto nel mondo del giornalismo: la storica voce della rassegna stampa di Radio Radicale è scomparsa all’età di 67 anni. L’annuncio è stato dato in diretta dall’emittente radiofonica, cordoglio per il decesso di uno dei punti di riferimento del giornalismo nostrano. Direttore dal 1991 al 2010, Bordin curava dal lunedì al venerdì la rassegna Stampa e Regime, dedicata ai temi politici della giornata. Nonostante le dimissioni presentate nel luglio di nove anni fa per divergenze con l’editore di riferimento, Bordin continuò a lavorare per la testata: recentemente ha presentato la rubrica settimanale Mediorientale con l’ex deputata Fiamma Nirenstein (Popolo della Libertà) ed ha curato lo Speciale Giustizia e la rubrica dall’America curata da Giovanna Pajetta. Nel corso della carriera sono stati diversi i riconoscimenti ricevuti: ricordiamo la Coppa d’argento del Centro culturale di Saint-Vincent nel maggio 2002 e il Premio Antonio Russo per il giornalismo di guerra nel novembre 2002.
MASSIMO BORDIN E’ MORTO, LUTTO A RADIO RADICALE
Centinaia i messaggi di cordoglio per la morte di uno dei simboli di Radio Radicale, ecco le parole dell’ex ministro Valeria Fedeli: «Con Massimo Bordin perdiamo un pilastro dell’informazione italiana. Le sue rassegne stampa su Radio Radicale hanno fatto scuola così come la sua rubrica su Il Foglio. Una voce libera, autorevole, lucida, anticonformista che ci mancherà moltissimo». Così il giornalista Stefano Menichini: «Non riesco a pensare a una notizia peggiore, ora. A tutte le mattine passate con lui e con la sua voce unica. Al privilegio di averlo conosciuto, una bella persona colta e ironica, portatore di memoria e pensiero critico. Una terribile perdita». Questo, invece, l’omaggio di Annalisa Cuzzocrea: «La sua voce in cucina al mattino. Tutte le mattine. La sua intelligenza e la sua ironia. La cultura e la passione politica. È un grandissimo dolore la morte di Massimo Bordin». Infine, le commoventi parole di Luca Bizzarri: «Massimo Bordin era una voce libera, una voce intelligente, una voce che inciampava nella tosse, una voce rauca da troppe sigarette, la voce che ha accompagnato tutte le nostre mattine da tanti, tantissimi anni. Una voce ironica, meravigliosa quando leggeva qualcosa che lui trovava insulso (le sue letture di Travaglio erano un pezzo comico) un “vabbè” con due b che voleva dire molte cose. Una voce alla quale io ho voluto bene, molto bene. Una voce che adesso qualcuno, ignorante di cultura e libertà, vuole spegnere. Viva la cultura di Massimo Bordin. Che viva a lungo».