Si parla di Garlasco a Storie Italiane e ci si sofferma in particolare sulla perizia del dna della dottoressa Albani: l'intervista ad Angela Taccia
Il delitto di Garlasco a Storie Italiane con l’intervista ad Angela Taccia, legale di Andrea Sempio, sui risultati della perizia della dottoressa Albani sul DNA trovato sulle unghie di Chiara Poggi. La Taccia precisa: “Non c’è niente di nuovo ad oggi, non è uscito nulla di nuovo, sono le conclusioni su cui ci stiamo preparando da mesi; la strategia difensiva è sempre stata quella, ad oggi i progressi della scienza purtroppo non ci sono, non è un fatto di essere soddisfatti o meno, noi sappiamo che Andrea è innocente e qualunque cosa fosse uscita ci sarebbe stata una giustificazione, ma dopo tanti mesi a stravolgere la vita delle persone…”.
“La dottoressa Albani aveva già detto che, pur lavorando in modo eccelso, non avrebbe potuto fare di più e quindi ci sono questi dati artefatti che non permettono di arrivare a una certezza, aggiungendo il fatto che le tracce non sono datate, sono miste”. E ancora: “Le tracce sono comparabili? Io preferirei parlare con i nostri consulenti e capirne ancora meglio; noi l’abbiamo letta molto velocemente, diciamo che comunque contro Andrea Sempio mi pare che ad oggi non vi sia nulla; dico solo ad oggi perché il fascicolo è secretato”.
Ma come ha preso la notizia l’indagato? “Andrea Sempio lo sento dopo, lui attende, non è contro gli accertamenti, dice che è giusto che si indaghi ma lui ha la forza dell’innocente; dice che lo accusano di una cosa che non ha mai fatto. Lo chiamo tra poco, Sempio”. Sul DNA ignoto trovato sulle unghie di Chiara Poggi a Garlasco, Angela Taccia aggiunge: “Il DNA ignoto sulle unghie? Io questa parte l’ho letta malissimo e non sono sicura di aver compreso esattamente ciò che il perito ha detto su questo ignoto; prima vorrei analizzare meglio i documenti per fornire un’informazione più precisa e confrontarmi con Palmegiani e Baldi”, i due consulenti del team difensivo di Andrea Sempio nell’indagine di Garlasco.

DELITTO DI GARLASCO, TACCIA SU FOTO SEMPIO E LOVATI
Sulle foto di Sempio risalenti al 13 agosto del 2007, pubblicate in questi giorni, Taccia ha spiegato: “Era quasi contento Sempio, sta veramente uscendo di tutto e sono uscite foto che attestano quello che ha sempre detto, ci sono metadati, orari; abbiamo trovato altre persone che possono testimoniare, quindi per noi le foto non sono una notizia. E viva le foto, e speriamo vi siano anche foto e video della mattinata di Vigevano”, riferendosi al famoso giorno dello scontrino.
Sul legame con Lovati, ex legale di Sempio, Taccia ha spiegato: “Con Lovati il rapporto umano c’è sempre; io ho portato avanti la strategia difensiva che ritenevo migliore in questo caso con umiltà e, parlando con Andrea, c’erano altri problemi fra lui e l’avvocato”. E ancora: “Io non l’ho potuto consigliare più di tanto, Andrea, e Lovati mi ha sempre detto che prima di tutto è il cliente che decide, ma questo non cambia nulla per quanto riguarda ciò che penso di lui. È una testa dura e non possiamo chiuderlo in uno sgabuzzino; so com’è e che è in buona fede. Sta andando contro l’ordine professionale? È vero, abbiamo un approccio alla professione un po’ diverso, ma questo non diminuisce affetto e gratitudine nei suoi confronti”.

DELITTO DI GARLASCO, LE PAROLE DEL GIUDICE VITELLI
Infine l’intervista di Storie Italiane al giudice Vitelli, colui che assolse Alberto Stasi in primo grado: “Se ci sono errori istruttori che determinano un’acqua limacciosa e sporca, tu non riesci a vedere il fondale; allora il problema del giudice vero è quello di riuscire a vedere che cosa ci sia sul fondale. Se l’acqua è limacciosa e rimane tale, quello che conta per il giudice, che non deve giudicare l’indagine ma Alberto Stasi, è quello di dire: io non vedo bene e quindi assolvo; io ho una situazione di incertezza e qui viene in gioco il ragionevole dubbio”. E ancora: “Non va considerato un espediente grazie al quale l’imputato la fa franca nonostante sia colpevole: il ragionevole dubbio è una garanzia nei casi di obiettiva incertezza. Probabilmente non si è colta l’estrema difficoltà di questo caso: è da 18 anni che ne parliamo. Era ed è ragionevole dubitare che sia stato Alberto Stasi e lo ritengo con profonda convinzione. E poi dice che non c’è la prova del movente”.
Chiaro quindi il pensiero del giudice Vitelli che lo ha ribadito più volte negli ultimi mesi, da quando è stata riaperta l’indagine su Garlasco nei confronti di Andrea Sempio, ovvero che non vi era la certezza, per vari dettagli, che il fidanzato di Chiara Poggi fosse l’omicida della 26enne.
