Delitto di Garlasco: Giuseppe, papà di Andrea Sempio, intervistato dai microfoni di Chi l'ha visto. La replica sullo scontrino di vigevano
Chi l’ha visto ha intervistato il papà di Andrea Sempio, quest’ultimo – ricordiamo – unico indagato nella nuova indagine riguardante l’omicidio di Garlasco. Si discute ormai da settimane su dove fosse il ragazzo la mattina del 13 agosto del 2007, quando Chiara Poggi veniva brutalmente uccisa in casa sua in via Pascoli, e la famiglia ripete da sempre che il loro figlio fosse in casa. “Mio figlio era a casa con me – dice il signor Sempio senza esitazione alcune e ribadendolo con forza – la casa è piccola son due stanze e il corridoio, lui è rimasto a casa con me poi non so gli altri cos’hanno fatto ma lui era in casa con me! Mettono in dubbio il suo alibi? Personalmente è una cosa stressante, è da un po’ che ce la portiamo, è dal 2017… ma la cosa che mi fa forte e che mi fa sopportare questa cosa è il fatto che mio figlio stava a casa sua, non devo inventare niente, era a casa con me, e questa cosa rende forte anche mio figlio e mia moglie”.
Il papà di Andrea Sempio ha poi parlato della grandissima attenzione mediatica rivolta al caso Garlasco da marzo a questa parte: “Siamo sicuramente stressati, infastiditi, in pressione… poi adesso è diventata una cosa assurda, i giornali e le tv fanno il loro lavoro, così come i carabinieri, va benissimo, ma è diventata una cosa mondiale. Se tu cerchi all’estero qualcosa su Garlasco esce mio figlio. E’ una cosa talmente grande, intrinseca di cose, testimoni che escono… ci sono più testimoni che persone a Garlasco, poi ognuno ha la sua teoria, se ne parla ai bar… i Poggi non so come facciano ad andare avanti, sono persone da ammirare ma anche noi lo siamo, dopo tanto tempo ti disgrega questa cosa”. Quindi ha ribadito il concetto: “Ma il punto fermo qual è? Andrea Sempio era a casa mia quel giorno lì”.
DELITTO GARLASCO: LA REPLICA DEL PADRE DI ANDREA SEMPIO SULLO SCONTRINO DI VIGEVANO
Si è parlato poi del famoso scontrino del posteggio di Vigevano, una sorta di alibi non alibi visto che quel ticket alla fine non dice nulla e soprattutto fa riferimento ad un orario diverso da quello della morte della povera Chiara Poggi: “L’idea di conservare lo scontrino l’ha avuto mia moglie – spiega il padre dell’indagato – a quell’età mio figlio non è che si metteva a pulire la macchina ma la pulivo io. Adesso non ricordo quando è stato di preciso, ma comunque ho trovato lo scontrino della spesa, la carta delle caramelle, qualche soldino, poi guardo prima di buttare le cose ed abbiamo visto lo scontrino di Vigevano, lo do a mia moglie dicendole cosa fosse e lei mi fa ‘Teniamolo perchè con questa storia così grande, essendo amico di Poggi da una vita, verranno sicuramente sentiti’, è una cosa normale, non è una cosa da pazzi. Non ci sentiamo pentiti di aver conservato questo scontrino”.
Giuseppe Sempio non ha dubbi sul fatto che quando suo figlio è uscito di casa quella mattina non sia andato in libreria: “Non ho mai avuto il sospetto che mio figlio non sia andato a Vigevano quel giorno, lui è una enciclopedia, ama i libri come non so… a volte mi sembra un po’ matto”. In conclusione il padre dell’indagato esterna un po’ di amarezza: “Adesso sono arrabbiato perchè perdi la fiducia delle persone, non so se sono diventato cattivo io, ma non credo, ma quando vedi le persone che ti guardano e che prima ti salutavano e con cui scambiavi due parole, adesso trovi la stessa persona e ti guarda profondamente e basta, raccogli la tua roba al supermercato e poi te ne vai….”.
