La salute di Papa Francesco e le ipotesi sulle dimissioni: cosa hanno detto i cardinali Ravasi e Zuppi, quali scenari eventuali si aprono nella Chiesa

“PAPA FRANCESCO VERSO PIENA GUARIGIONE”: LE PAROLE DI SPERANZA DEL CARDINALE ZUPPI

Dopo il grande spavento delle scorse ore, le notizie in arrivo dal ricovero presso l’ospedale Gemelli di Roma, insieme agli ultimi bollettini, fanno ben sperare per le condizioni di salute di Papa Francesco: stamattina lo ha confermato anche il Presidente della CEI, l’arcivescovo di Bologna Card. Matteo Maria Zuppi, parlando a margine dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario del Tribunale Ecclesiastico. Se da un lato il n.1 dei vescovi italiani conferma la grande preoccupazione per la salute del Santo Padre, affetto da polmonite bilaterale e infezione plurima alle vie respiratorie, le notizie giunte tra ieri e oggi parlano di un oggettivo miglioramento.



Provando a spegnere qualche polemica di troppo apparsa in modo sparso dentro e fuori il Vaticano nelle scorse giornate, il Card. Zuppi si fida di quanto viene ribadito nei bollettini medici: vedere Papa Francesco incontrare la Premier Meloni ieri, fare colazione, proseguire i lavori usuali, significa essere nella giusta direzione «per un pieno recupero che speriamo avvenga presto». Dunque niente dimissioni, niente peggioramenti in vista, seppure rimane la cautela per delle condizioni che devono tornare ottimali onde evitare ricadute nel breve periodo, vista anche la stagione ancora fredda. Negli scorsi giorni giorni il Presidente della CEI aveva invitato tutte le comunità ecclesiali e le Diocesi italiane a pregare per Papa Francesco, come seguito a fare anche dai vari Movimenti (qui il messaggio di CL per la piena ripresa di Papa Francesco, ndr).



LE DIMISSIONI DI PAPA FRANCESCO SONO IN TEORIA ANCORA FATTIBILI: COSA HA DETTO IL CARD. RAVASI E COSA DOVREBBE SUCCEDERE

In merito invece al “vociare” sulle dimissioni, era stato lo stesso Papa Francesco a scherzarci un po’ su nel dialogo avvenuto ieri con la Premier Giorgia Meloni: «si che qualcuno là fuori mi dice che è giunta la mia ora», ha detto il Pontefice ad una divertita Presidente del Consiglio, e aggiungendo che però il «Padrone della Messa ha pensato di lasciarmi ancora qui». In merito alla lieve ripresa del Santo Padre, sono intervenuti in due distinte interviste il presidente della Pontificia Accademia della Vita – Mons. Paglia – e il cardinale Gianfranco Ravasi (rispettivamente a “La Repubblica” e “Rtl 102.5”).



Secondo il monsignore, le notizie in arrivo dal Gemelli sono positivi e potrebbero presto comportare una totale guarigione di Papa Francesco: Ravasi invece a “NonStopNews” in radio ha osservato che si tratta finora di una sottile ripresa, con però la speranza di guarigione visto anche l’abitudine di Papa Francesco di combattere sempre e comunque nonostante i vari malanni e acciacchi. Per il teologo e cardinale originario di Merate, il tema delle dimissioni non è comunque un elemento completamente campato per aria, anche se al momento tende ad escluderlo come imminente.

Parlando ancora con Radio Rtl 102.5 nel programma della mattina, il cardinale Ravasi ha sottolineato che le dimissioni del Pontefice potrebbero avvenire solo nel caso in cui sarebbe fortemente compromesse la possibilità di non avere contatti diretti, impedendo in questo modo il buon governo della Chiesa mondiale oltre che la sua normale capacità di comunicare in maniera «immediata, incisiva e decisiva». Solo in quel caso, sostiene Ravasi, si potrebbe allora davvero arrivare alle dimissioni di Papa Francesco: del resto lo ha spiegato più volte lo stesso Bergoglio, la Chiesa si può governare senza ginocchia, senza un polmone e con altri impedimenti, ma non «senza cervello». Al netto di ciò il cardinale conferma che lo scenario di salute attuale non è critico, nonostante resti una situazione comunque complesse: vi sono però delle “speculazioni”, denuncia Ravasi, sulle condizioni di salute del Papa, ma nulla di serio e che resta confinato nel fenomeno della rete e dei social compulsivi, senza nascondere come anche nella Chiesa vi può essere un movimento “antagonista” al pontificato di Francesco.