Diodato ha scelto Nina Zilli come sua partner per la serata del Festival di Sanremo 2020 dedicata ai duetti: l’esibizione sarà sulle note di una celebre hit di Adriano Celentano, 24mila baci, rivisitata in chiave ancora più rock n’ roll e rockabilly. A svelare il nuovo arrangiamento del successo del molleggiato è stato proprio Diodato che, in un post su Instagram, ha annunciato di voler rendere omaggio a Celentano, da lui considerato padre del rock n’ roll italiano. “Io amo il rock’n’roll da sempre e in questi anni non avevo ancora avuto occasione di poter rendere omaggio a uno dei più grandi artisti italiani”, scrive Diodato in un post accompagnato da un selfie con Nina Zilli. Il brano è decisamente nelle corde di entrambi gli artisti e tutti ne conoscono a memoria le parole: un pezzo divertente, scanzonato, da ballare e con il quale far ballare. In poche parole, il successo dell’operazione è assicurato. C’è da scommettere che il pubblico all’Ariston si scatenerà nella danza. Con 24mila baci, infatti, Diodato è destinato a dare un taglio un po’ più sbarazzino al suo Sanremo rispetto alla serietà di Fai Rumore, il brano con cui è in gara.
Nina Zilli: dopo il duetto con Diodato, un nuovo album?
Ha appena compiuto 40 anni, lo scorso 1 febbraio, ma è più giovane e bella che mai: Nina Zilli torna a Sanremo 2020, in duetto con Diodato, dopo la delusione del 2018 quando, con il brano Senza Appartenere, si piazzò soltanto al 17esimo posto. Stavolta, però, ci torna in coppia e non in gara, quindi con un mood molto più rilassato, quasi per esorcizzare l’insuccesso del 2018. E’ proprio a quest’anno che risale il suo ultimo lavoro, l’album Modern Art da quale sono stati estratti i brani Ti amo mi uccidi e 1xunattimo. Da allora la bella Nina si è dedicata esclusivamente alla vita privata, tornando alla ribalta nel 2019 ma con una collaborazione: il pezzo Tu e D’io, cantando insieme a J Ax e Danti. La sua ultima apparizione in televisione risale a gennaio nello show di Rai Uno Danza con me insieme al ballerino Roberto Bolle: si sono esibiti in un omaggio alle atmosfere e alle melodie di Studio 1. Al momento Nina, per sua stessa dichiarazione, è impegnata nella realizzazione del suo nuovo album: sul sito ufficiale della Zilli campeggia la scritta Waiting for the new album, che preannuncia un percorso di riflessione e meditazione della scrittura dei nuovi brani, previsti per la fine del 2020. Non ci sono tour in vista ma Nina, come suo solito, ci stupirà con show estivi.
Diodato, un buon avvio al Festival di Saremo 2020 che fa ben sperare…
Bravo, intonatissimo, elegante, ma rischia più volte di scadere nel manierismo: “Fai rumore” di Diodato oggi è al terzo posto nella classifica della giuria demoscopica, segno che il cantante romano è arrivato al cuore dei telespettatori ma non ha convinto la giuria tecnica che si aspettava decisamente di più. L’artista si presenta sul palco con un outfit fin troppo anonimo: è l’unico cantante in gara che esce dal camerino e arriva a esibirsi senza un cambio d’abito. Cappotto nero, camicia nera, taglio di capelli pulito, è chiaro che Diodato pensa poco al look ma tanto ai contenuti. Sin dalle prime note si intuisce la difficoltà della canzone che presenta tanti acuti e richiede una grande estensione vocale: ma Diodato non sbaglia, non stecca, è misurato, è sicuro. Il tutto, però, a dispetto dell’interpretazione che risulta leggermente fredda, impersonale, nonostante il brano sia autobiografico. “Per quanto io fugga torno sempre a te, che fai rumore qui e non lo so se mi fa bene, se il tuo rumore mi conviene”: il pezzo è una ballata d’amore e al tempo stesso un inno alla vita, su una melodia classica, orecchiabile.
DIODATO, FAI RUMORE: UN LAVORO “DA FESTIVAL”
Bookmaker ed esperti di Sanremo danno Diodato tra i possibili vincitori: è molto probabile che il cantante romano ce la faccia, il suo lavoro è decisamente da Festival, un pezzo pulito, un compitino ben eseguito. Lo aspettiamo nel duetto con Nina Zilli, in una chiave più sbarazzina e divertente, sulle note di 24mila baci di Adriano Celentano, sperando che Diodato si diverta un po’ e ci diverta. “Le mie canzoni non nascono mai per il Festival – ha detto ieri a Quotidiano.net il cantuatore romano – prima nascono e poi, magari, mi portano in Riviera com’è accaduto a Fai rumore, complice l’opportunità di poterla cantare con una grande orchestra. I consensi riscossi da Che vita meravigliosa (brano voluto da Ferzan Ozpetek per la colonna sonora del suo ultimo film “La dea fortuna” ndr), però, mi hanno tranquillizzato facendomi arrivare a Sanremo con la sensazione che tutto stesse andando nel modo giusto. Da uomo della Vergine – ha aggiunto e concluso – aspiro a una vita giusta, ordinata e Sanremo ha tutte le caratteristiche del posto meno indicato per uno con questa indole. Così, se c’è una cosa che ho imparato dalle esperienze passate, è quella di provare a non avere l’ansia da prestazione, ma lasciarmi andare”. Parole di buon auspicio in vista del duetto di domani sera.