Grave lutto per il portiere del Paris Saint-Germain, Gianluigi Donnarumma: è morto lo zio dell’estremo difensore, all’anagrafe Ferdinando Gargiulo, vigile urbano 65enne di Santa Maria la Carità. Il decesso, stando a quanto riportato da alcune testate giornalistiche locali, sarebbe avvenuto a seguito di un infarto che avrebbe colpito l’uomo mentre stava lavorando. Inizialmente, gli sarebbe stato diagnosticato un problema alla cistifellea, poi, all’ospedale di Castellammare di Stabia, sarebbe sopraggiunto l’arresto cardiaco, rivelatosi purtroppo fatale. La sua famiglia avrebbe già presentato denuncia per l’accaduto, ma si attendono ancora conferme su quest’ultimo aspetto.
L’uomo era molto conosciuto e stimato e il numero uno della Nazionale italiana, laureatasi campione d’Europa a luglio nella finalissima di Wembley contro l’Inghilterra, ha voluto dedicare un post all’amato zio: “‘Giggi’ semb numero 1’… Sempre con me, zio Ferdi. Ti renderò orgoglioso, lo prometto”. Sono ore delicate e complicate, dunque, per il portiere ex Milan, che sta vivendo un lutto difficile da affrontare. Il calciatore era molto unito allo zio, tanto che nello scatto postato sui social si vede l’uomo abbracciato proprio da Gigio e dal fratello Antonio
GIANLUIGI DONNARUMMA, MORTO LO ZIO: L’AFFETTO DEI “COLLEGHI”
Un momento drammatico, nel quale i tifosi di Donnarumma hanno deciso di stringersi attorno al campione per fargli sentire la loro vicinanza a seguito della scomparsa del suo parente. Instagram, ad esempio, sta raccogliendo numerosi messaggi di cordoglio rivolti a Gigio e alla sua famiglia e, fra questi, non mancano neppure quelli dei colleghi che hanno sfidato o giocato insieme all’ex rossonero. Si va da Leandro Paredes al neoacquisto del Psg Wijnaldum, fino a Ciro Immobile, con il quale ha trionfato in Nazionale a Euro 2020. E poi, spazio ad altri estremi difensori del passato e del presente, come Stefano Sorrentino e Pepe Reina.
Sicuramente, Donnarumma apprezzerà questa ondata di affetto e disputerà le prossime partite con il ricordo di zio Ferdinando impresso nella memoria, nella speranza di potergli dedicare un calcio di rigore neutralizzato o un trofeo sollevato al cielo, magari con la Nazionale italiana.