E LA FESTA CONTINUA!/ Il film francese che ricorda la fiction tv italiana

- Roberto Bernocchi

Dopo una breve distrazione in terra africana, con Twist a Bamako, Robert Guédiguian torna a raccontare una storia di semplice umanità nella sua città natale

Elafestacontinua WEB1280 640x300.jpeg Una scena del film

Alice insegna musica in una specie di centro sociale, dentro a una chiesa abbandonata. È fidanzata con Sarkis, che vorrebbe sposarla. È anche la quasi nuora di Rosa, una donna ormai “di una certa età”, che vorrebbe cambiare il mondo, candidandosi con la sinistra della città di Marsiglia. Infine, Alice è anche la figlia di Henri, giunto in città perché ormai nullafacente, nel remoto tentativo di salvare il rapporto un po’ compromesso con la figlia, a cui ha dedicato ben poco tempo. Così, tra gli intrecci di una famiglia allargata, i loro impegni quotidiani e le tensioni di una città popolosa di migranti, scoppia l’amore. Sarà vero amore?

Robert Guédiguian, regista francese di origini armene, è nato a Marsiglia, settantuno anni fa. Dopo una breve distrazione in terra africana, con Twist a Bamako, torna a raccontare una storia di semplice umanità nella sua città natale. Una storia dal sapore autobiografico che esprime il suo punto di vista politico e sociale, più volte emerso in precedenza, nei suoi innumerevoli film ambientati a Marsiglia.

A interpretare il pensiero del regista, nel film E la festa continua!, è il personaggio di Rosa, impegnata politicamente e attiva socialmente, il cui nome è un omaggio alla rossa Rosa Luxemburg, padrina del socialismo rivoluzionario. Rosa, vedova da 26 anni, è pronta a candidarsi per la sinistra cittadina e a guidare una coalizione piuttosto riottosa, che sembra essere la fotografia della litigiosissima sinistra storica. Quella che, anche in Italia, è ammorbata da un nobile quanto inconcludente vizio ideologico che penalizza i risultati, la concretezza delle idee e il cambiamento reale.

Se la storia del film è davvero il pensiero del regista, sembra quasi aver smesso di combattere, vinto dalla rassegnazione. Scoraggiato dalla visione di un mondo che fatica a cambiare, nonostante sia pieno di buone idee, brave persone e grandi energie di cambiamento.

Tra migranti, chiese occupate e cene familiari, Rosa trova una bozza di amore tardivo, inaspettato e quasi indesiderato, in una vita già piena di persone, sentimenti ed emozioni. “Sei pronta a farti travolgere?”. La “festa” forse dovrà continuare senza di lei.

Non ho amato questo film nel quale i puntini, alla fine, si uniscono con troppa facilità. Non ho amato questo film che mi ricorda l’abbondante e superficiale fiction televisiva all’italiana, qui declinata alla francese (e non so davvero se è un vantaggio). Non ho amato questo film che, diciamocelo, scorre con troppo leggera drammaticità. È un raccontino, che non svolta mai, che raccoglie le emozioni nelle piccole grandi passioni quotidiane. E se le tiene per sé. Non ho amato questo film che non si capisce se vuole essere una denuncia, una poesia, un racconto verità, uno sfogo autobiografico o un breve e inefficace intrattenimento su grande schermo.

No, non ho amato questo film, ma un pezzo del suo messaggio me lo porto a casa: “Niente finisce. Tutto comincia”.

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