Ospite negli studi di Storie Italiane vi era Emanuela Tittocchia, per parlare del bullismo subito e dei problemi di anoressia: scopriamo cos'ha detto
Emanuela Tittocchia, nota conduttrice, è stata ospite stamane di Storie Italiane e nell’occasione ha parlato dei suoi problemi di bullismo ma anche dell’anoressia. “Ho iniziato ad ingrassare tantissimo dai 10 anni, prima ero magrolina, mi sono sempre un po’ giustificata pensando allo sviluppo e da lì l’atteggiamento dei miei compagni verso di me è completamente cambiato, ma io pensavo che fossi sempre io ma solo con qualche chilo in più, quindi perchè tanta cattiveria? Mi dicevano di tutto e di più. Io avevo un’amica a cui tenevo molto e si chiamava Silvia, lei era magra e ci chiamavano Stanlio e Olio, una cosa che mi faceva piangere e così ho allontanato questa ragazza senza dirle nulla”.
Emanuela Tittocchia ha poi ricordato: “Io mi difendevo abbastanza a livello fisico, qualche sberla l’ho tirata ma anche se in quel momento mi sembrava di difendermi, quelle parole continuavano a lavorare, ma le parole che più mi facevano male non erano quelle dei bimbi, erano le parole dei grandi, gli amici dei miei genitori, i miei parenti che venivano a casa pensando che io non sentissi… Mia mamma non mi ha mai difeso, non ha mai risposto, e questo è un altro punto che…”.
EMANUELA TITTOCCHIA: “I MIEI GENITORI NON MI ASSECONDAVANO…”
Dopo essere diventata un po’ più robusta Emanuela Tittocchia ha avuto una reazione inversa, incontrando l’anoressia a 19 anni: “Ad un certo punto ho iniziato a non mangiare più niente, non mi vedevo mai abbastanza magra e più non mangiavo mi sentivo più forte, io sono stata senza ciclo per 6 anni, ad un certo punto ero a letto e non avevo la possibilità di muovermi”.
“All’inizio degli anni ’90 – ha continuato – la parola anoressia non esisteva quasi, i miei genitori non mi avevano compreso, io non volevo fare l’architetto a Torino avevo un altro sogno, quello dello spettacolo e per protezione i miei genitori si sono messi contro di me, non mi hanno mai assecondato e forse questa è stata anche la mia fortuna”.