Fausta Bonino è davvero l'infermiera killer di Piombino? Cosa non torna nel caso, i parenti di alcune delle vittime sostengono che non sia l'assassina

Fausta Bonino per la giustizia italiana è la cosiddetta “infermiera killer” di Piombino, all’ergastolo in via definitiva da poche settimane su decisione della Cassazione. Processata per le morti sospette in ospedale, precisamente 13 tra omicidi e tentati omicidi, la donna è stata però riconosciuta responsabile della morte di 4 pazienti mentre tutti gli altri decessi risultano di fatto casi insoluti. La domanda sorge spontanea: è innocente o c’è un secondo assassino rimasto a piede libero?



Secondo l’accusa, Fausta Bonino avrebbe agito con iniezioni di eparina portando 4 persone alla morte durante il ricovero nella struttura in cui lavorava, ma diverse circostanze getterebbero ombre sulle responsabilità ascrittele dai giudici. Marito e figli sono certi della sua innocenza e sperano che possa accedere all’istituto della revisione del processo. A sollevare dubbi sull’esito processuale, stando a quanto riportato da Le Iene in una recente inchiesta, non c’è solo la sua famiglia ma si insinurebbero anche dei dettagli relativi ai casi per cui non è stata condannata. Uno di questi si sarebbe addirittura verificato quando lei era in cella, nel 2016.



Fausta Bonino è davvero l’infermiera killer? La figlia di un paziente: “Mai vista in ospedale”

Max Andreetta de Le Iene ha incontrato i figli di Fausta Bonino, Andrea e Lorenzo, dopo la sentenza di condanna definitiva all’ergastolo inflitta alla madre ritenuta l’infermiera killer di Piombino. È stata ritenuta responsabile di 4 dei 13 omicidi tentati omicidi per cui era finita alla sbarra, accusata di aver ucciso altrettanti pazienti con l’eparina. Entrambi sono convinti dell’estraneità della donna ai fatti contestati. Con loro il padre, marito di Fausta Bonino, da sempre certo dell’innocenza della donna e ora a caccia di un modo per dimostrarlo.



Ad alimentare i dubbi sulla colpevolezza di Fausta Bonino sono anche i casi per cui non è stato trovato il responsabile: se non è stata lei, c’è un killer a piede libero? Tra le macroscopiche incongruenze nel tessuto accusatorio emerso a carico dell’ex infermiera, quella del “caso 0, cioè il punto di partenza da cui è scattata l’inchiesta: la morte del paziente Marco Fantozzi, deceduto nel 2014 in circostanze sospette all’ospedale di Piombino in preda a una emorragia ancora oggi senza spiegazione. La figlia dell’uomo è certa che la condanna di Fausta Bonino non abbia fatto giustizia e avanza il dubbio che la mano assassina sia un’altra.

Mio padre è scoppiato, deformato, se non avessi saputo che era il mio babbo non lo avrei mai riconosciuto. Non aveva più lineamenti – ha ribadito la donna a Le Iene. Io ricordo di non averla mai vista Fausta, voglio sapere cosa è successo a mio padre“. Quando Fantozzi avrebbe avuto l’episodio emorragico gravissimo che poi lo avrebbe portato al decesso, Fausta Bonino non era in turno. Secondo i giudici, i pazienti le cui morti non sono state attribuite all’allora infermiera sono stati comunque certamente uccisi. Ma chi è stato, se per la legge lei non c’entra? “Continuo a pensare che le indagini devono essere riaperte, sostiene l’avvocato Carlo Castaldi, legale che assiste i familiari di alcune delle vittime rimaste ad oggi senza verità.