Francesco Totti, nell’ambito dell’intervista-rivelazione al “Corriere della Sera” sulla fine del suo matrimonio con Ilary Blasi, ha parlato anche della sua sofferenza, derivata non soltanto dalla scoperta – dice lui – di essere stato tradito dalla moglie, ma anche dall’addio al calcio. “Tutto è iniziato nel 2016, il mio penultimo anno da calciatore. Smettere non è facile, è un po’ come morire – ha confessato l’ex Capitano giallorosso -. Avevo più di 40 anni, ma giocavo in Serie A da quando ne avevo sedici. E certe cose ti mancano. L’adrenalina, la fatica. L’ho anche detto, nel discorso di addio allo stadio: ‘Ho paura, statemi vicino’. E i romanisti non mi hanno mai lasciato solo”.
Eppure, Francesco Totti nel calcio dava un’immagine sicura di sé, come quando fece il celebre “cucchiaio” a Edwin Van der Sar nella semifinale degli Europei 2000. A proposito di calci di rigore: “Quello che ricordo con più soddisfazione è quello ai Mondiali con l’Australia. C’era pure Ilary. Io segnai e inquadrarono lei, in mondovisione. Fu l’unica partita che venne a vedere in Germania, prima della finale”. Per esultare, dopo quel penalty, Totti si portò il pollice in bocca, come Cristian, il suo primogenito, che all’epoca aveva otto mesi: “Ci tenevo. Per la mia famiglia, per l’Italia e per Lippi. Quando mi spezzarono la gamba, al risveglio dall’anestesia l’avevo trovato in clinica. Era venuto a dirmi: ‘Francesco, ti aspetto e ti porto ai Mondiali'”.
FRANCESCO TOTTI: “LITIGIO ILARY BLASI-SPALLETTI? LEI DI CALCIO NON HA MAI CAPITO MOLTO…”
Non sempre Francesco Totti ha trovato la strada spianata nella sua carriera nel mondo del calcio ed emblematico, in tal senso, è stato il suo rapporto di amore-odio con Luciano Spalletti, attuale allenatore del Napoli ed ex tecnico della Roma. In quel periodo, Ilary Blasi lo definì “piccolo uomo” e, a distanza di anni, l’ex numero 10 ha precisato: “Fece tutto da sola. Voleva proteggermi, ebbe una reazione quasi materna. Di pallone non ha mai capito molto”.
Poi arrivò l’addio al calcio da parte di Francesco Totti, ma non fu l’unica pugnalata che il destino gli riservò: poco tempo dopo, infatti, lasciò anche la Roma, dove aveva cominciato a lavorare come dirigente. Come ha spiegato al “CorSera”, “la rottura con la vecchia proprietà fu traumatica: come dover abbandonare la propria casa. Ero fragile, mi mancavano i riferimenti e Ilary non ha capito l’importanza di questo dolore”.