Franco Branciaroli: “Fede è lotta contro il demonio”/ “Morte? Sono agli sgoccioli…”

- Alessandro Nidi

Franco Branciaroli, attore classe 1947, ha parlato del suo rapporto con la Fede: "È un tunnel dove non c'è nessuno che non vacilli"

branciaroli franco twitter 640x300 Franco Branciaroli (da Twitter)

Franco Branciaroli, attore classe 1947 con alle spalle cinquant’anni di carriera, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di “Famiglia Cristiana”, esordendo con una frase che riassume tutto il suo percorso artistico: “Il palcoscenico è l’unico divertimento che mi resta”. Sì, perché per lui la recitazione è tutto, anche se in questo periodo il mondo del teatro non gode di ottima salute: “La storia del teatro non la conosce nessuno, neanche voi giornalisti – ha aggiunto Branciaroli –. È come la filatelia, solo gli esperti ne capiscono qualcosa. Oggi il teatro viene confuso con lo spettacolo, la letteratura con i diari personali. Il teatro è una forma particolare di conoscenza, come la letteratura. Non è andare sul palco a svuotare la propria coppa dell’anima. Chi va a teatro non vuole essere informato sulle disgrazie del mondo. Per quello ci sono i giornali”.

Successivamente, Branciaroli ha affrontato l’argomento Fede: “Sono credente? Che parola complessa… Diciamo di sì. Lo scrittore Alberto Savinio, che era fratello di Giorgio de Chirico, diceva che senza Dio si finisce per ascoltare solo le chiacchiere dei vicini di appartamento. Il teatro deve far sentire questa voce. L’incarnazione di Dio in un uomo è una questione molto complicata. Noi nasciamo tutti in un mondo forgiato dai valori cristiani. Anche liberté, égalité e fraternité sono valori evangelici. Alberto Moravia diceva che il cristianesimo ha vinto nei suoi valori, il problema della Fede è un altro: credere nell’incarnazione, la resurrezione del corpo, la vita eterna”.

FRANCO BRANCIAROLI: “NEL PERCORSO DI FEDE, NON C’È NESSUNO CHE NON VACILLI”

Ancora su “Famiglia Cristiana”, Franco Branciaroli, a proposito della questione Fede, ha fornito la sua definizione: “È un mistero, un tunnel dove non c’è nessuno che non vacilli. Qui entra in gioco la lotta con il demonio che ci seduce a non credere, a tirarci indietro, a mettere in dubbio tutto. Questa è la vita vera. Pensare all’epilogo e chiedersi: finirò anch’io o no? I greci dicevano di sì e quindi insegnavano a vivere con misura, senza hybris e colpi di testa. Il cristianesimo con la Fede nella vita eterna spinge a cose enormi, allo smisurato. Se tu cancelli dall’orizzonte il fatto che sei finito, ti si allarga l’orizzonte, diventi audace e, in un certo senso, più pazzo”.

Infine, Branciaroli si è messo a nudo con le sue fragilità, incluso il terrore della morte: “Mi ha già aggredito, rovinato, non riesco più a non pensarci. Da giovane mi svegliavo al mattino e sembravo un gatto, felice del sole, della vita, del futuro. Adesso ogni mattina, nel dormiveglia, mi aggredisce il pensiero che tutto finirà o forse no, ma sono comunque agli sgoccioli”.





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