Garlasco, si cerca la verità sul delitto nella spazzatura di casa Poggi e tra i reperti archiviati nella prima indagine spunta anche un capello
Garlasco, avviate le analisi dei reperti trovati nella spazzatura di casa Poggi, insieme alle altre tracce che precedentemente nella prima inchiesta non erano state considerate utili alle indagini. La nuova puntata di Chi L’ha Visto?, si concentrerà sull’elenco di queste vecchie e nuove prove dalle quali potrebbe risultare finalmente un profilo genetico compatibile con gli indagati. Tra queste, oltre alle vaschette di fruttolo, confezioni di prodotti da colazione e macchie di sangue ancora non analizzate, spunta anche un nuovo elemento.
Un capello di 3 cm, forse non appartenente alla vittima, che sarà sottoposto ad esame microscopico con la speranza che possa fornire ulteriori informazioni sulle presenze nella villetta il giorno dell’omicidio. I risultati delle perizie del Dna potrebbero quindi mettere in discussione non solo la sentenza contro Alberto Stasi, ma anche chi ha condotto la prima indagine, qualora dovessero uscire fuori conferme compromettenti sul nuovo imputato Andrea Sempio, soprattutto dopo l’accertamento della compatibilità del materiale trovato sotto le unghie di Chiara Poggi.
Delitto Garlasco, la lista dei nuovi reperti da analizzare esclusi dalla prima indagine
La verità sul delitto di Garlasco potrebbe essere nei reperti mai utilizzati che ora verranno sottoposti ad analisi genetica. La lista delle tracce che furono archiviate dai Ris perché considerate poco rilevanti ai fini della ricostruzione del crimine è ampia, e comprende elementi che sono stati recuperati solo ora dopo quasi venti anni, e riaperti con la speranza che le nuove tecnologie di ricerca possano fare chiarezza.
In particolare ci sarà da chiarire il mistero del capello trovato nel sacchetto della spazzatura, per capire se appartiene a Chiara Poggi o a qualcuno che era con lei la mattina dell’omicidio, ma anche stabilire eventuale traccia di Dna nei prodotti consumati a colazione il 13 agosto 2007, come il fruttolo e le confezioni di estathe e di biscotti.
Tra le prove identificate ma non usate, c’è anche l’impronta sulla parte di appoggio della cornetta del telefono di casa, sulla quale furono trovate anche tracce ematiche. I segni vennero già analizzati nella prima inchiesta dalla quale risulta una fotografia, che stabilì che la cornetta era abbassata nel momento del delitto, vista la posizione della macchia di sangue, tuttavia venne tralasciata una piccola goccia presente nel vano, che potrebbe invece ridisegnare la dinamica dell’aggressione provando che Chiara aveva tentato di chiedere aiuto.