A Mattino 5 si è tornati a parlare del delitto di Garlasco: i commenti di Cataliotti e De Rensis alla perizia della dottoressa Albani
Nella diretta odierna della trasmissione Mattino 5 si è tornati a parlare dell’ormai eterno caso del delitto di Garlasco dopo la recentissima pubblicazione dell’attesa perizia della dottoressa Denise Albani: un parere lungamente atteso perché servirebbe (almeno teoricamente) a mettere un punto fermo nella questione del DNA individuato sulle dita della vittima di Garlasco, dai difensori di Stasi sempre imputato a Sempio.
Partendo proprio da qui, secondo le primissime indiscrezioni sembrerebbe che la perita nominata dal giudice avrebbe confermato una “compatibilità da moderatamente forte a forte” tra la traccia “mista e parziale” trovata sulle dita della vittima di Garlasco e la linea parentale paterna della famiglia Sempio, pur precisando chiaramente che dall’analisi del “cromosoma Y” non può essere in alcun modo “un singolo soggetto”; confermando, insomma, quanto fu già detto dalla precedente perizia del 2014 dei difensori dell’unico condannato per il delitto di Garlasco.
Garlasco, De Rensis: “Sulle dita di Chiara Poggi non c’è nessuna traccia di Stasi”
Commentando proprio in queste ore ai microfoni di Mattino 5 il risultato della nuova perizia sul delitto di Garlasco, il dottor Cataliotti – difensore di Andrea Sempio – ha precisato che la stessa dottoressa Albani “ha spiegato che può trattarsi di artefatti, ovvero risultati falsi, fuorvianti e sbagliati” sui quali si è “innestata la statistica”, per mettere in chiaro che “dal nostro punto di vista [la consulenza] vale zero” anche perché viene chiarito che “non si può stabilire neppure se sia da contatto diretto o se sia riconducibile al giorno dell’omicidio”; concludendo che ad avviso dei difensori del nuovo indagato su Garlasco “vale zero” dato che “non è scientifico, ma solamente statistico”.
Dal conto suo, il dottor De Rensis – difensore di Stasi – ha preferito evitare “strumentalizzazioni” sulla perizia sul delitto di Garlasco, pur sottolineando “tre cose: primo che indubitabilmente sono state confermate le valutazioni [precedenti], secondo è esclusa qualsivoglia presenza di DNA di Alberto Stasi sulle mani della vittima di Garlasco e terzo che, con calcoli conservativi e garantisti per l’indagato, viene ravvisata la presenza su una delle dita di DNA della linea parentale maschile dell’indagato che va da moderatamente forte a forte”.
Secondo De Rensis, si tratta di “un elemento importante” nella nuova indagine su Garlasco “che si unirà a tanti elementi anche dalle indagini tradizionali che forse tra poco diventeranno un tema centrale”; ribadendo un’altra volta che “la cosa più importante è che colui che avrebbe aggredito Chiara uccidendola e che ha trascorso tutto il giorno precedente con lei, non ha alcuna traccia di DNA sulle dita“, definendo gravissimo “parlare di una farsa” o sostenere che il “risultato valga zero”.
Intercettata, infine, la dottoressa Taccia – la seconda legale del nuovo indagato sul delitto di Garlasco – ha spiegato che “per noi non è emerso nulla a carico di Sempio dalla perizia e ho appena appreso che erano uscite le conclusione ancora prima che noi prendessimo copia della perizia, pubblicando solo le linee più brutte per il nostro assistito”, dicendosi complessivamente “non preoccupata” dal risultato perché “questo risultato non coincide con altissimi livelli numerici nelle tabelle di riferimento”.