Ieri sono scomparse all'età di 89 anni le Gemelle Kessler, ballerine diventate simbolo della tv italiana negli anni Sessanta
Ieri le agenzie rimbalzavano con sorpresa la notizia della contemporanea scomparsa a 89 anni delle Gemelle Kessler, ballerine di livello internazionale diventate anche il simbolo della tv italiana degli anni Sessanta in particolare.
Nate in Sassonia nel 1936, a soli sei anni iniziarono a studiare danza e a undici furono accolte nel programma per i giovani del Teatro dell’Opera di Lipsia, dove maturarono la loro proverbiale esperienza di sincronismo e di precisione nei passi.
Nel ’52 emigrarono nella Germania Ovest dove trovarono lavoro al Palladium di Dūsseldorf. Grazie alle loro splendide gambe non fu difficile per loro far parte – dal 1995 al 1960 – delle Buebell Girls del Lido di Parigi. Nel ’61 arrivarono in Italia e subito conquistarono il pubblico della tv, che era nata da pochi anni, debuttando nel “Giardino d’inverno” con la regia e la direzione Musicale di Antonello Falqui. La loro popolarità aumentò quando interpretarono le sigle di “Studio Uno”:“Da-da-umpa” e “La notte è piccola per noi”.

Nonostante che la censura dell’epoca – era il 1961- avesse imposto loro di indossare spesse calze nere, con le loro affusolate gambe e le movenze aggraziate conquistarono sia il pubblico maschile che quello femminile. Le generazioni di oggi farebbero bene a dare un’occhiata alle loro performance che vengono rimbalzate da una molteplicità di siti per capire la differenza tra le pose sguaiate di molte cantanti di oggi e la grazia elegantemente sexy, ma mai volgare, delle due gemelle.
Una nota assai triste accompagna la loro scomparsa: la polizia di Grünwald ha avviato un’indagine per accertare le circostanze dell’evento, in quanto era noto che avevano espresso il desiderio di andarsene insieme ricorrendo al suicidio assistito, così come erano state insieme tutta la vita, non sopportando di sopravvivere l’una senza l’altra. Nel 2006 avevano donato il loro intero patrimonio a Medici senza frontiere. Avevano anche espresso la richiesta che le loro ceneri venissero poste nella stessa urna insieme a quelle della madre.
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