“Genitori ossessionati da successo sportivo dei figli”/ Paolo Canè: “Vogliono campioni, ma li traumatizzano”

- Lorenzo Drigo

L'ex campione di tennis Paolo Canè ha criticato i genitori dei giovani sportivi, che mettono troppa pressione sui figli per farli diventare dei Sinner, con l'effetto di traumatizzarli

Paolo Canè L'ex campione di tennis Paolo Canè (Foto: screen YouTube - CheClasse)

Il celebre (ex) campione di tennis Paolo Canè, che oggi si è reinventato commentatore sportivo per la Rai ed Eurosport, ha commentato con FanPage l’attuale scena tennistica italiana, dove abbondano i campioni e (di conseguenza) l’interesse delle persone per lo sport e per la disciplina. Lui stesso d’altronde gestisce una scuola di tennis per le giovani leve che saranno i Sinner, i Berrettini e i Nardi del futuro, seppur a differenza del passato tutta l’attenzione mediatica che si è creata attorno allo sport sta danneggiando, sempre secondo Paolo Canè, l’intera disciplina e (soprattutto) le chance dei figli di diventare degli effettivi campioni.

“Vedo qualche torneo in giro e mi fanno tenerezza”, racconta l’ex campione parlando dei giovani tennisti, “ma vedo anche genitori imbarazzanti. Vedo lo sguardo del bambino che cerca quello dei genitori ad ogni punto, che se fai bene sei campione del mondo e se perdi sei un disastro”, e secondo Palo Canè l’unico effetto che si ottiene è quello di “creargli un trauma incredibile. In molti, anche nella mia scuola, li perdo per questo”.

Paolo Canè: “Oggi il tennis è completamente cambiato”

Ad oggi comunque Paolo Canè non nega che il mondo del tennis “è cambiato”, ma soprattutto “perché sono cambiati i tempi. Sono cambiati i materiali, i fisici” e soprattutto la mentalità dei giocatori e futuri campioni, perché seppur sia vero che “su 10, nove sono dei caproni“, e sostiene di vederlo anche abitualmente nella sua scuola dove “molti non hanno voglia tra telefonini e distrazioni“, è altrettanto vero che il decimo tra quei nove “vuole impegnarsi”.

“Si è capito”, sintetizza Paolo Canè, “che ci vuole un grande sacrificio, i talenti ce li abbiamo, e quei ragazzi della nuova generazione che hanno la testa a posto arrivano” e dal conto suo non crede che sui giocatori oggi, tra social, attenzione mediatica e un pubblico sempre più incallito (e inferocito), ci sia più pressione che in passato, perché “le critiche ci sono sempre state” e, conclude Paolo Canè, anche “i tifosi ignoranti“.







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