Gianni Bella, chi è il fratello di Marcella Bella? L'autore combatte oggi con la malattia che gli ha tolto la possibilità di parlare.
Conosciuto per essere uno dei più grandi cantautori italiani, Gianni Bella è parte integrante della storia della musica italiana. Emblematica la sua amicizia con Adriano Celentano e Mogol, nonchè il suo passato al Festival bar nel 1976, dove si è aggiudicato la vittoria. Purtroppo, nel 2010 la sua vita è cambiata radicalmente per via di un’ictus che gli ha tolto l’uso della parola. L’autore è quindi senza voce e si fa aiutare dalla figlia Chiara e dalla famiglia per rispondere durante le interviste che ancora oggi rilascia con entusiasmo.
Si è sempre descritto come timido ed emotivo Gianni Bella, nato sotto il segno dei Pesci e pieno di creatività e di tanta sensibilità. Non per nulla è autore di alcuni dei testi più belli della canzone italiana, anche se come ha raccontato, salire sul palco lo ha sempre messo a dura prova: “Non ero a mio agio“, spiega – mi venne anche una febbre chiaramente psicosomatica“. In questo Gianni Bella si ritiene molto diverso dalla sorella Marcella che invece è sempre riuscita a mettere tutta la sua adrenalina sul palco come invece lui non riusciva a fare.
Gianni Bella, dagli esordi come autodidatta al desiderio più grande nella sua Catania
Gianni Bella ha preso in mano la sua prima chitarra quando aveva solo dieci anni, per la precisione, una chitarra vinta alla tombola. Da quel momento la sua passione lo ha condotto a studiare da autodidatta, ascoltando Jimi Hendrix e ispirandosi a lui provando ad imitarlo. Come molti artisti, anche Gianni Bella ha quindi imparato a far musica andando a orecchio e ancora oggi fa affidamento al suo udito, dato che purtroppo la malattia gli ha tolto la voce. Con la sorella Marcella Bella continua un ottimo rapporto fraterno, con piccole e normali discussioni.
Sebbene da diverso tempo Gianni Bella non è più ospite in televisione a causa della sua difficoltà ad esprimersi, si dice commosso per l’affetto che ancora oggi l’Italia gli riserva. A La Repubblica ha raccontato di essere grato di vivere ancora, e di ringraziare Sant’Agata recandosi a Catania ogni febbraio per avergli salvato la vita. L’unico rimpianto? Mettere in scena e scrivere una “toccata e fuga”, come ha fatto in Sicilia nel 2018 portando in scena “La Capinera“, opera dell’autore Giovanni Verga: “Ci tengo perchè è una vera opera, non è un musical che ammicca alla lirica“.