Benedetto XVI “è stato uno dei grandi teologi del nostro tempo, ma da pontefice ci ha sorpresi anche per la capacità di rivolgersi ad auditori laici come Casa Bianca, Eliseo o Westminster”. Sono le parole di profonda commozione di Mary Ann Glendon, ambasciatrice americana presso la Santa Sede durante il pontificato di Papa Ratzinger. In un’intervista concessa a La Repubblica, Glendon ricorda che quando Benedetto XVI “venne negli Usa, il presidente andò ad accoglierlo all’aeroporto. Siccome non lo aveva mai fatto prima, un membro dello staff gli chiese il motivo dell’eccezione. Bush rispose così: ‘Semplice, perché è il più grande leader spirituale del mondo’”.
Per Mary Ann Glendon, “ora serve un santo, capace di rilanciare insieme il ruolo della Chiesa come Mater et Magistra”. Sostiene infatti che “la sfida teologica per la Chiesa è essere madre, che si cura dei più deboli, ma anche maestra, per avanzare lo spirito del Concilio mantenendo continuità con i valori tradizionali e predicando il Vangelo in un modo che uomini e donne moderne possano capire”. Di Benedetto XVI Glendon ricorda anche “il discorso all’Onu, dove ebbe il coraggio di parlare delle molte patologie che affliggono il grande progetto di diritti umani, manipolato nei tempi moderni”.
Glendon: “Benedetto XVI si concentrò su secolarismo positivo”
Mary Ann Glendon, interpellata da La Repubblica in seguito alla recente morte del Papa Emerito Joseph Ratzinger, analizza il complesso rapporto tra la Santa Sede e gli Stati Uniti spiegando che “il legame era basato su un tema chiave di Benedetto: la contrapposizione tra il secolarismo positivo, che riconosce il valore della religione, e quello negativo, ostile”. E in questo ragionamento “gli Usa erano un modello del primo concetto, dove la separazione tra Chiesa e Stato puntava soprattutto a preservare il sostegno culturale e morale della fede alla società democratica”.
In relazione alla situazione attuale della Chiesa, Glendon sottolinea che “dal Concilio Vaticano II in poi tutti i papi hanno lottato col problema di guidare la Chiesa in una società post cristiana e post moderna. Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno avanzato lo spirito del Concilio, in continuità col passato”. Mentre Papa Francesco “ha enfatizzato il ruolo di Mater, mostrando compassione per le persone in difficoltà materiale e morale”. E invoca la necessità di un ruolo sia di Mater sia di Magistra per il futuro della Chiesa cattolica.