LA RISPOSTA DEL GOVERNO MELONI DOPO LO “SCOOP” DEL DOMANI
Non sono vicende legate quelle relative alla presunta “spy story” interna a Palazzo Chigi sul caso Gaetano Caputi e la ben più roboante notizia giunta oggi con l’avviso di garanzia inviato alla Premier Giorgia Meloni e ai Ministri Nordio e Piantedosi, eppure il clima sull’asse Governo-giustizia non può che uscirne ancora più appesantito dopo le turbolenze già viste sulla riforma della Giustizia (che domani arriva in Senato, ndr). Poche ore prima del video destinato a divenire un punto di svolta per il Governo Meloni (con la Presidente che svela l’indagine a suo carico per atti dovuti sul caso Almasri, qui tutte le novità), è una nota di Palazzo Chigi inviata al quotidiano “Domani” che prova a mettere i fatti in ordine dopo lo “scoop” svelato ieri sul quotidiano fondato da Carlo De Benedetti.
Meloni e il sottosegretario Mantovano – che ha l’importante delega i servizi segreti – rispondono al “Domani” spiegando in maniera precisa e netta di «non aver mai ordinato di spiare nessuno», men che meno l’attuale capo di Gabinetto del Presidente del Consiglio. Non solo, il Governo Meloni dichiara di essere stato informato della richiesta giunta dalla Procura di Roma sulle informazioni dell’AISI in merito allo stesso Gaetano Caputi, così come è stato informato anche della risposta giunta dal direttore Valensise. Insomma, l’intero contenuto dei documenti diffusi ieri dal quotidiano di area centrosinistra in realtà l’esecutivo sapeva già ed era già stato aggiornato in merito, ma per il rispetto delle indagini ancora aperte «non è stato possibile comunicare nulla in merito».
LA “SPY STORY” SU PALAZZO CHIGI DIETRO L’ADDIO DELLA AMBASCIATRICE BELLONI?
La Presidente del Consiglio e il suo sottosegretario, che 24 ore dopo sarebbero stato raggiunti da un avviso di garanzia sul caso Almasri, denunciando un comportamento non pienamente corretto dello stesso giornale “Domani” in merito alla gestione complessiva del “caso 007”, ovvero dei 3 agenti AISI accusati di aver avuto accesso alle banche dati del capo di gabinetto di Palazzo Chigi. Secondo le fonti in mano al Governo vi sarebbero anche 4 giornalisti del quotidiano “Domani” ad essere stati citati in giudizio dalla Procura di Roma con l’accusa di “concorso in rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio”: il problema è che tale notizia non è stata inserita all’interno dell’inchiesta pubblicata in edicola, con il Governo che punzecchia «Viene da chiedersi perché questa notizia non sia stata riportata dal Domani».
In merito invece all’operato dei servizi segreti AISI, Palazzo Chigi nella nota affidata ai colleghi del giornale diretto da Emiliano Fittipaldi sottolineano che le carte sono state depositate e così ora l’Autorità può tranquillamente essere disponibile a riferire dell’intero “caso Caputi” anche alla commissione Copasir. In conclusione, al netto del ristabilire l’ordine esatto dei fatti, la nota del Governo Meloni punta ad evidenziare alcuni rumors e accuse sorte dopo l’uscita dello scoop del “Domani”, specie in chi ritiene che dietro al caso sui servizi segreti “spia” di Palazzo Chigi vi sarebbe la spiegazione dell’uscita di scena dell’ex n.1 DIS Elisabetta Belloni. Secondo il Governo è “curioso” che il titolo del giornale arrivi quasi a suggerire che Meloni insieme ai vertici dell’intelligence «stavano spiando se stessi a Palazzo Chigi». Resta comunque il “giallo” su chi possa essere il vero mandante di un dossier sul Capo di Gabinetto della Presidenza del Consiglio, e più in generale sulla possibilità che i servizi segreti possano arrivare a “spiare” cosa possa accadere all’interno di un Governo in pieno esercizio pubblico.