Tutti gli scenari sulla guerra Iran-Israele e il ruolo di Usa, Cina e Russia: il terrore di una terza guerra mondiale e una trattativa che ancora c'è
LE ULTIME ORE DI UNA GUERRA ANCORA “CONTROLLATA” MA PRONTA AD ESPLODERE FUORI DAL MEDIO ORIENTE
Un accordo sul nucleare con Teheran è ancora possibile, o meglio per il Presidente USA Donald Trump gli ultimi giorni di guerra tra Iran e Israele ancora potrebbero non compromettere una sigla finale sull’elemento chiave di gran parte dei conflitti accesi in Medio Oriente negli ultimi anni. Dopo l’attacco di venerdì notte dello Stato Ebraico contro il nemico iraniano tutto si è ovviamente fermato, ma l’ultimo appello lanciato dalla Casa Bianca punta a diversificare per evitare di allargare il conflitto.
«Possiamo facilmente concludere un accordo tra Iran e Israele e porre fine a questo sanguinoso conflitto»: ne suo post su Truth il Presidente degli Stati Uniti ribadisce che nei missili scagliati da Israele contro l’Iran non vi è lo “zampino” americano, anche se lo stesso Trump ha definito comunque eccellenti gli attacchi di Netanyahu contro i siti nucleari e militari. Il punto è che al momento ogni Paese occidentale, seppur schierato in teoria in alleanza con Tel Aviv, non ha preso parte ai bombardamenti e vuole cercare di mantenere una linea diplomatica con gli ayatollah, sebbene Khamenei abbia minacciato guerre e attacchi contro chiunque sostenga ancora Israele.
Trump ha sottolineato che qualunque attacco contro basi americane vedranno una risposta di fuoco “senza precedenti”, ma al momento l’escalation “controllata” della guerra Iran-Israele mantiene aperte ancora alcune possibilità di raggiungere una tregua nel breve. Il punto è che le ostilità sembrano crescenti ogni giorno di più e il rischio di infilare una guerra ad ampio raggio, ben più grave di quella già terribile nella Striscia di Gaza, è purtroppo all’orizzonte. «Non vogliamo estendere questa guerra ad altri Paesi o alla regione, a meno che non ci venga imposto», ha spiegato il Ministro degli Esteri iraniano Araghchi, accusando però Israele di voler far fallire l’accordo sul nucleare tra USA e Iran.
IRAN VS ISRAELE, COSA PUÒ SUCCEDERE SE USA E CINA DOVESSERO ENTRARE IN GUERRA
Mentre anche questa notte sono proseguiti i fitti “scambi” di missili tra Iran e Israele, con il conto delle vittime per “fortuna” ancora molto esiguo, le diplomazie internazionali fremono alla vigilia del G7 dove inevitabilmente al centro dell’agenda vi saranno le due guerre in Medio Oriente e in Ucraina. Attore pienamente “comune” dei conflitti è la Russia di Vladimir Putin che si è detta pronta a negoziare una pace tra Iran e Israele in un’altra lunga telefonata avuta con il Presidente Trump nel weekend.
Francia, Germania, UK e anche l’Italia puntano ad una trattativa tra Iran e Israele, con la possibilità che gli Usa, la Russia e soprattutto la Cina possano essere parte attiva di tali tentativi diplomatici: Teheran continua a ritenere pacifico il proprio piano di costruzione delle armi nucleari, Israele replica che con la potenza atomica in mano ai pasdaran si arriverebbe alla distruzione dello Stato ebraico. Posizioni per ora inconciliabili e che necessitano di una mediazione che ad oggi non può “uscire” dal “triangolo” Trump, Putin e Xi Jinping.
Il grande terrore è che la guerra Iran-Israele possa davvero essere la miccia finale per una terza guerra mondiale tra i due blocchi, Usa-NATO-Israele e Iran-Cina-Russia: occorre evitarlo il più possibile, come invocato nelle scorse ore dal leader comunista cinese invocando l’impegno anche americano in tal senso. Netanayhu chiede l’intervento diretto degli USA in guerra, elemento subito escluso da Trump che ha parlato solo di legittima difesa in caso di attacchi iraniani. La Cina, di contro, sostiene l’alleanza con la dittatura islamica e chiede e Washington di fare un passo indietro nel sostegno ad Israele.
È inevitabile che l’escalation deflagrerebbe in caso di ingresso diretto di Cina e USA in guerra, con una devastante terza guerra mondiale che non potrebbe a quel punto escludere l’utilizzo delle armi atomiche: lo scenario è inquietante e terribile, le armi della diplomazia ancora presenti ma sempre piuttosto scariche come da tre anni a questa parte (e lo dimostra il caos in Ucraina). Come ha spiegato l’ambasciatore Riccardo Sessa (n.1 del SIOI ed ex rappresentante nella NATO) al “Riformista”, la guerra Iran-Israele impone una nuova governance ONU altrimenti si arriverà in poco tempo allo scontro globale.
Secondo invece il generale Morabito, sentito in esclusiva dal “Sussidiario.net” questa mattina, la strategia di Netanyahu (con il “via libera” di Trump) è di indebolire gli ayatollah senza però infastidire troppo la Cina non arrivando cioè a colpire eccessivamente le infrastrutture petrolifere che interessano a Pechino.