«Non è importante l’età, ma come la porti», così Ilona Staller esordisce a Verissimo parlando dei suoi 70 anni. Cicciolina racconta di aver festeggiato il compleanno in famiglia, con il figlio Ludwig. Poi parla della sua infanzia: «Sono cresciuta in una famiglia molto semplice e povera. Parliamo dell’Ungheria degli anni ’50. Lei lavorava in ospedale, faceva nascere i bambini. Mio padre era funzionario al ministero dell’Interno. Ho due fratelli e una sorella». Il padre li ha poi abbandonati: «Era uno degli uomini più belli ed era infedele. Il mio patrigno invece era dolce e buono, ma peccava in altre cose».
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Mentre faceva la cameriera Ilona Staller fu contattata dai servizi segreti che volevano facesse la spia per loro. «La dirigente dell’albergo un giorno mi chiamò per dirmi che dovevo parlare con delle persone. Mi chiesero se volevo guadagnare di più, io chiesi per cosa e mi spiegarono che dovevo trovare delle persone per capire cosa volevano fare in Ungheria. Ci ho provato senza sapere che era una cosa molto pericolosa. Una volta mi hanno quasi buttata fuori strada e stavo per morire».
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Ilona Staller, il passato da spia e da onorevole
Quel lavoro era molto pericoloso, ma Ilona Staller preferisce non approfondire la questione: «Preferisco non parlarne di più, perché è rischioso». In Italia ci è arrivata col primo marito: «Era un calabrese verace, molto geloso. Quando chiesi il divorzio mi disse di sì a patto che pagassi tutte le spese legali». A tal proposito riflette sulla sua vita sentimentale: «Ho sempre avuto sfortuna con gli uomini, mi hanno sfruttata, volevano sottomettermi». Dura è stata sull’ex marito Jeff Koons.
Invece Marco Pannella è stato suo amico e l’occasione è utile per raccontare la sua vita da onorevole: «Ha fatto cose molto importanti. Quando è morto ho pianto tanto. Mi ha voluto, mi ha messo in lista e una volta mi ha chiesto se avessi preso più voti di lui. Alla fine io ne presi meno di lui, ma avemmo successo. Per me la sua morte è stato un grande dispiacere, peccato». Del suo primo ingresso in Parlamento dice: «Non riuscivo ad entrare perché c’erano tante persone e giornalisti, i commessi mi tirarono per entrare».
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