Caos in Iran, in corso una guerra "segreta" fatta di sabotaggi, incendi e mini-attacchi: i sospetti su Israele e le difficoltà che aumentano a Teheran
QUALCOSA SI MUOVE (ANCORA) TRA IRAN E ISRAELE E NON DEPONE A FAVORE DI UNA PACIFICAZIONE
Mentre tra il Qatar e l’Italia qualcosa si muove in positivo per il raggiungimento di una possibile tregua iniziale nella guerra per la Striscia di Gaza (anche se visti i recenti tentativi occorre andarci con i piedi di extra-piombo, ndr), una silenziosa e ancora enigmatica “guerra” si starebbe muovendo ancora una volta tra Israele e l’Iran. Ne danno notizie in queste ore le agenzie USA, il New York Times e in Italia anche i colleghi de “Il Giornale”, parlando di alcune fonti giunte da funzionari (ovviamente anonimi) che da Teheran parlano di svariati “incidenti” avvenuti nelle ultime settimane in più luoghi della Repubblica dell’islamismo sciita.
In particolare, dopo la fine della guerra dei 12 giorni messa a punto dalla tregua imposta da Donald Trump (grazie al bombardamento mirato su alcuni siti nucleari iraniani), sarebbe lo Stato di Israele ad aver compiuto vari atti i sabotaggio contro Teheran temendo ripercussioni e contrattacchi, come del resto già minacciato dall’ayatollah Khamenei pur dopo il cessate il fuoco. Alcuni incendi anomali nei complessivi residenziali anche fuori la capitale, così come l’esplosione di una ditta di abbigliamento e una strada saltata per aria vicino all’aeroporto di Teheran.

Ma a far collegare questi vari singoli atti di piccolo o medio sabotaggio, nei giorni scorsi, è emersa la notizia di un incendio devastante nella raffineria di Abadan, nell’area sud dell’Iran, che ha di fatto bloccato l’intera produzione petrolifera (oltre a provocare la morte di un operaio). Secondo le fonti dirette di Teheran presso il NYT, tutti questi eventi sarebbero concordati da Israele per mettere in crisi i Pasdaran facendoli temere ulteriori attacchi imminenti dallo Stato ebraico.
I NEGOZIATI TRA DOHA E ROMA, IL DESTINO DI GAZA E IL PERICOLO IRAN
A rendere ancora più imprevedibile e incerta la dinamica di questa nuova, piccola per ora, ma strisciante guerra segreta tra Iran e Israele vi è anche la reazione avuta dagli ayatollah: nessuna denuncia, nessuna conferma e anzi ogni atto viene definito come una perdita di gas, o incendi di materiali pericolosi “autonomi” o ancora infrastrutture vetuste. Insomma, il regime sciita non vorrebbe scatenare il panico né confermare quanto Israele ancora abbia la capacità di entrare in profondità nel territorio nemico.

In realtà però Khamenei, come spiegherebbe una Guardia della Rivoluzione ai giornali USA, riterrebbe plausibile la guerra segreta che l’IDF e il Mossad starebbero portando contro l’Iran in attesa di un’evoluzione diversa nel prossimo futuro. Lato Tel Aviv, si teme in realtà che il programma nucleare dell’Iran rimanga pesantemente in attività per arrivare quanto prima a sganciare l’attacco atomico contro l’odiato vicino: per questo motivo proseguirebbe l’attività di “monitoraggio” delle spie israeliane sul territorio iraniano, con evoluzioni anche qui imprevedibili.
Non è infine da escludere la via “complottista” per cui vi sia all’interno del regime di Teheran una sorta di guerra interna che prosegue da tempo tra i Pasdaran e che, ad esempio, avrebbe portato alle strani morti nel maggio 2024 a bordo dell’elicottero precipitato con l’ex Premier Raisi e alti esponenti del governo sciita. Nel frattempo la sfida a distanza tra Iran e Israele prosegue indirettamente nei negoziati in corso a Doha e che vedrà nella giornata di domani un’aggiunta importante diplomatica con la riunione a Roma tra l’inviato USA per il Medio Oriente (Steve Witkoff), alti funzionari israeliani (tra cui il Ministro Dermer) ed emissari del Qatar. Si cerca di convincere Hamas alla fine della tregua, ma l’intento sembra ancora lontano, specie se nel rapporto con l’Iran proseguiranno gli scenari opachi in corso fino ad oggi.
