Italiani sempre più preoccupati per la minaccia Russia: il 57,2% teme militarizzazione confini, giovani meno allarmati, un terzo teme il coinvolgimento
Gli italiani si mostrano sempre più preoccupati per l’escalation militare russa ai confini europei, con il 57,2% della popolazione che teme l’aumento delle attività militari di Mosca lungo la frontiera con la Finlandia, secondo quanto emerge dal sondaggio condotto da Only Numbers tra il 9 e il 12 maggio 2025; quest’apprensione nasce dalla percezione di una minaccia diretta all’Europa e dalla progressiva sfiducia nei confronti delle istituzioni internazionali, mentre le recenti immagini satellitari pubblicate dal New York Times hanno confermato l’avvio di una militarizzazione della frontiera russo-finlandese, con la costruzione di nuovi alloggi per soldati e l’ammodernamento delle basi aeree che la Russia giustifica come risposta strategica per rafforzare la propria posizione nel Baltico e contrastare l’espansione della Nato.
L’ingresso della Finlandia nell’Alleanza Atlantica nel 2023 ha infatti raddoppiato la lunghezza del confine tra Russia e Nato, aumentando la sensazione di minaccia percepita su entrambi i fronti e acuendo i timori per possibili conseguenze sulla sicurezza nazionale; i dati del sondaggio mostrano, inoltre, che gli elettori della Lega e del Movimento 5 Stelle risultano i più scettici e divisi rispetto a una possibile escalation su nuovi fronti europei con protagonista Vladimir Putin, mentre riscontriamo una netta contrarietà all’aumento delle spese militari come risposta alla guerra in Ucraina, indicando una preferenza per soluzioni diplomatiche piuttosto che per un il riarmo.
Questa posizione è la chiara testimonianza di una certa sfiducia nelle istituzioni e la convinzione che il protagonismo di alcuni capi di Stato europei non contribuisca a una risoluzione pacifica del conflitto.
Italiani e percezione della guerra: giovani meno allarmati, ma il 34,1% teme il coinvolgimento diretto
Il sondaggio sugli italiani e la guerra mostra una spaccatura generazionale nella percezione delle minacce, con i più giovani che rivelano una maggiore resistenza al panico nonostante non ignorino completamente il conflitto; l’80,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni avverte infatti la guerra come lontana, meno minacciosa e prioritaria rispetto ad altre crisi, un atteggiamento influenzato dal loro modo di informarsi principalmente attraverso social media e web, dalla fiducia nelle strutture occidentali e da una certa abitudine ai racconti sull’instabilità del mondo che li rende più resistenti alle minacce di Putin.
Ma allo stesso tempo, un italiano su tre (34,1%) ha paura per un possibile coinvolgimento diretto del nostro Paese, con gli elettori dei partiti di opposizione (ad eccezione del Movimento 5 Stelle) che si schierano su questa linea, mentre i sostenitori dei partiti di governo e la forte maggioranza del M5S non temono alcuna partecipazione diretta dell’Italia in una guerra nel nord Europa.
Il conflitto in Ucraina viene vissuto dalla maggior parte degli italiani come una tragedia vicina che dovrebbe finire il prima possibile, tanto che un cittadino su tre considera la cessione di territori da parte dell’Ucraina come un “male minore” rispetto al prolungarsi della guerra, soprattutto considerando che la questa appare senza via di uscita.
Ma nonostante la solidarietà inizialmente mostrata verso Kiev e il suo popolo, col passare del tempo si assiste ad una diminuzione dell’interesse e dell’empatia, lasciando spazio a una visione più pragmatica e disillusa che tiene conto della presa d’atto dell’impossibilità di una sconfitta totale della Russia, riducendo così la convinzione sull’utilità del sostegno all’invio di armi e aggiungendo forza alle pressioni sui negoziati per il cessate il fuoco.
Questa evoluzione dell’opinione degli italiani è influenzata anche da una maggiore vicinanza emotiva e politica verso la guerra a Gaza che, per molti versi e per gli sviluppi internazionali, viene percepita come più vicina, sanguinosa e rapida, generando preoccupazioni più forti rispetto alla guerra in Ucraina.