L’ULTIMO ATTO DI JOE BIDEN DA PRESIDENTE USA È UNA GRAZIA PREVENTIVA… ALLA FAMIGLIA
Nessun intoppo e cerimoniale perfetto nel passaggio di consegne tra Joe Biden e Donald Trump durante l’Inauguration Day del 20 gennaio, con però due eventi che sono passati in sordina davanti ai roboanti primi ordini esecutivi firmati dal neo-Presidente degli Stati Uniti: gli ultimi due atti da “commander in chief” del leader democratico sono state le grazie preventive per alcuni “nemici” di Trump e, soprattutto, per la quasi interezza della sua famiglia. A parte sé stesso e la moglie Jill, Biden ha disposto la grazia preventiva a molti familiari stretti per qualsiasi indagine eventuale o futura su fatti precedenti alla nascita della Presidenza Trump.
Dal fratello Francis W. Biden all’altro James B. Biden con la cognata Sara Jones, dall’altra sorella dell’ex Presidente Valerie Biden Owens fino al marito e cognato John T. Owens: se ci aggiungiamo la grazia presidenziale già avviata nelle scorse settimane per il figlio Hunter Biden, coinvolto in diversi processi e a forte rischio condanna, il “quadretto familiare” è presto che servito. «La mia famiglia è sottoposta a minacce e attacchi, motivate soltanto dal desiderio di ferire me», così ha scritto lo stesso Biden nel comunicato in cui annuncia la grazia preventiva per tutti i parenti sopracitati.
“TUTTO IN FAMIGLIA”: BIDEN AUTO-GRAZIA I PARENTI. SE L’AVESSE FATTO TRUMP…
Attacca Trump, attacca la politica repubblicana e considera la sua famiglia in pericolo per eventuali prossime indagini, tanto da invocare la grazia preventiva come del resto attuato sui vari personaggi graziati anch’essi nelle ultime ore dell’Amministrazione Biden: dal responsabile Covid Anthony Fauci alla deputata Liz Cheney, fino all’ex capo di stato maggiore Mark Milley. «Non ho motivo di credere che questi attacchi termineranno», aggiunge l’ex Presidente degli Stati Uniti come “giustificazione” alla grazia di familiari e potenziali “nemici” del neo-leader della Casa Bianca.
Biden motiva le sue scelte non come “scudo penale” per eventuali misfatti creati dai suoi familiari, ma come scelta “necessaria” nonostante lui sia «ottimista sul fatto che la forza delle nostre istituzioni legali alla fine prevarrà sulla politica». Una difesa familiare che però, almeno sul figlio Hunter, suona in realtà come un uso dei poteri da Presidente tutt’altro che “sottomesso alla legge”, come invocava lo stesso Biden per il suo successore alla guida dell’America. Uno strumento mai vista nella recente storia repubblicana americana e che viene motivato come una protezione per chi potrebbe essere «indagato o perseguito così da danneggiare la loro reputazione e finanze». Al netto delle scelte e delle posizioni ideologiche delle due fazioni in campo, la sinistra dem e la destra repubblicana, quanto avvenuto ieri con la “sfida” alla giustizia e alla legge di Joe Biden fa risuonare un sincero dubbio “amletico”: ma se queste grazie preventive fossero state siglate da Trump nelle sue ultime ore da Presidente, cosa si sarebbe detto oggi nel mainstream mediatico e nell’opinione pubblica mondiale?