Riforma pensioni/ Opzione donna, ritirato emendamento per la proroga (ultime notizie)

- Lorenzo Torrisi

Riforma pensioni, ultimissime. Opzione donna, ritirato emendamento per la proroga. Tutte le novità e le news sui principali temi previdenziali di oggi, 27 novembre

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RITIRATO EMENDAMENTO PER PROROGA OPZIONE DONNA

L’emendamento a prima firma di Raffaela Bellot alla Legge di bilancio per la proroga di Opzione donna è stato ritirato. In un comunicato stampa, ripreso da Orietta Armiliatto sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, viene spiegata la ragione di questa scelta. “L’emendamento in questione, dopo aver superato lo scoglio dell’ammissibilità, ha ricevuto parere contrario da parte del Governo”. “Come noto agli addetti ai lavori, il parere contrario del Governo costituisce anche una chiara indicazione di voto per i componenti della maggioranza. Senza alcun dubbio, quindi, il nostro emendamento sarebbe stato bocciato dalla Commissione bilancio”, ha detto Bellot. La quale ha anche spiegato che l’obiettivo è provare a ripresentare l’emendamento alla Camera, mentre è stato già presentato un ordine del giorno per chiedere al Governo di prorogare al 2018 Opzione donna.

SCIOPERO DELLA FLAI-CGIL

La Cgil si prepara alla giornata di mobilitazione del 2 dicembre contro le proposte del Governo in tema di pensioni. La Federazione Lavoratori Agro Industria, che appartiene alla confederazione guidata da Susanna Camusso, ha deciso di proclamato per lo stesso giorno uno sciopero di otto ore, oltre che il blocco degli straordinari e della flessibilità. “La proclamazione dello sciopero per la nostra categoria è a supporto della mobilitazione e per consentire a tutti i lavoratori e le lavoratrici di partecipare alle manifestazioni che si terranno a Torino, Roma, Bari, Cagliari e Palermo”, ha detto Ivana Galli, Segretaria generale Flai-Cgil. Che ha anche spiegato che “i lavoratori dell’agroalimentare sono tra i più colpiti dalla iniquità della legge Fornero e dall’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita. Galli, secondo quanto riporta il sito di Rassegna Sindacale, ha anche evidenziato la necessitò di modificare il sistema pensionistico affinché “venga riconosciuto il lavoro di cura e si guardi veramente al futuro dei giovani”.

LA PROTESTA DI ASSOMARMO

Le categorie dei lavoratori escluse dai cosiddetti “usuranti” per l’uscita anticipate per la pensione proseguono nella forte protesta contro il Ministero del Lavoro e lo stesso Governo che con gli ultimi emendamenti sull’Ape social non avrebbero tenuto conto dei vari casi particolari. Ad esempio, i marmisti e l’intero settore lapideo: «Un lavoro costellato di malattie professionali non viene minimamente considerato usurante dal Governo centrale, in vista dell’Ape pensionistica, e mancano anche regolamenti e controlli sulla sicurezza del lavoro da parte degli Enti locali», spiega Federico Greco, presidente nazionale di AssoMarmo-Casartigiani. Resta forte la polemica, con i marmisti che fanno scudo contro le scelte del governo: «il lavoro del marmista si svolge in ambienti umidi, dovendo effettuare la lavorazione del marmo con l’ausilio di acqua, e inoltre rumorosi e polverosi. Non è usurante questo tipo di lavoro? Per non parlare dei pesi manovrati ogni giorno».

IL MOVIMENTO OPZIONE DONNA E IL DOCUMENTO AIDM

Un documento condiviso dall’Associazione italiana donne medico esprime preoccupazione per le conseguenze che l’innalzamento dell’età pensionabile sta comportando e comporterebbe per la popolazione, in particolare quella femminile. “Crediamo che non si possa non tenere conto, per ragioni etiche oltre che economiche, dei dati relativi alla speranza di anni di vita in buona salute, che pur nella difficoltà di rilevazione ed interpretazione, mostrano un non aumento o addirittura una diminuzione”, si legge nel documento, che chiede di procedere a “un’adeguata valutazione, sia in termini generali sia in una prospettiva di genere, di quali sono e quali prevedibilmente saranno le conseguenze sanitarie e sociali del prolungamento dell’età lavorativa”.  Lucia Rispoli ha fatto sapere che il Movimento Opzione donna, di cui è amministratrice insieme a Teresa Ginetta Caiazzo, “condivide questa importantissima battaglia di giustizia per la difesa del diritto delle donne ad un accesso più equo alla pensione”.

Ha poi ricordato che le donne sono state gravemente danneggiate dalla legge Monti-Fornero e che “la decisione del governo di non prorogare ‘Opzione Donna’, sebbene la stessa legge contempli la proroga della sperimentazione, costituisce un atto politico inaccettabile in quanto ‘Opzione Donna’ è una misura ‘virtuosa’ non solo perché, grazie all’uscita anticipata dal lavoro, permette di liberare posti di lavoro per i giovani, ma soprattutto perché è stato calcolato che la forte riduzione dell’assegno pensionistico erogato comporta cospicui risparmi per lo Stato e comporterebbe, con la sua proroga al 2018, un risparmio per lo Stato dell’ordine di 24 miliardi di euro in quindici anni”. 

CISAL: BASTA PROVVEDIMENTI TAMPONE

La Cisal chiede al Governo “di aprire una trattativa articolata non su ‘provvedimenti tampone’, ma su interventi strutturali in materia. Ciò, sul presupposto della piena sostenibilità in Italia del sistema delle pensioni previdenziali, separate dai trattamenti assistenziali, gestite dall’Inps”. È quanto dichiara in una nota Francesco Cavallaro, Segretario generale della Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori. Dal suo punto di vista “il blocco delle pensioni instaurato nel Paese risponde esclusivamente a esigenze di cassa e innesca un processo distruttivo destinato a mortificare anzitutto i consumi interni, impedendo all’economia di riprendere un andamento positivo”. Il sindacalista ricorda poi che “come evidenziato dagli studi del nostro esperto di previdenza e consigliere nazionale, Lucio Casalino, solo prendendo violentemente le distanze dal calcolo contributivo introdotto dalla Legge Dini e dalle inique disposizioni della Legge Fornero è possibile porre riparo a una situazione i cui effetti disastrosi non si sono ancora conclamati e che potrebbe presto diventare insanabile”.

LA SODDISFAZIONE DELLA UILTRASPORTI

Il Segretario Generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi esprime soddisfazione per la proposta del Governo che mira a inserire il lavoro marittimo tra le attività gravose che saranno esentate dall’incremento dei requisiti pensionistici previsto a partire dal 2019. Con tutta probabilità, poi, arriverà anche l’inserimento tra i lavori gravosi che hanno accesso all’Ape social. “Riteniamo che il riconoscimento del lavoro marittimo come gravoso sia una decisione importante, che rende finalmente giustizia a migliaia di lavoratori sottoposti a un’attività molto faticosa e logorante”, aggiunge il Segretario Nazionale Uiltrasporti Paolo Fantappiè, ricordando che per il sindacato questo “è solo il primo passo verso il riconoscimento di questo lavoro come lavoro usurante, e per questo fondamentale obiettivo continueremo ad impegnarci fino al suo raggiungimento per tutti i marittimi e le loro famiglie”.





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