Le Iene scovano Luigi Ostella: un caso che dura da 30 anni e che ancora non trova giustizia
Le Iene scovano Luigi Ostella, il cui nome è legato a una tragedia che risale a trent’anni fa. Ostella faceva parte della banda che uccise Davide Sannino, un ragazzo di 19 anni, a Massa di Somma, in provincia di Napoli. Da allora, però, ha fatto di tutto per sfuggire alla giustizia, diventando irreperibile per evitare di pagare gli 800mila euro di risarcimento dovuti alla famiglia della vittima.
L’inviato de Le Iene Filippo Roma però non si è dato per vinto. Con grande tenacia, è riuscito a scovare Luigi Ostella nel suo bar a Rieti, dove si è svolta una scena che ha dell’incredibile. Quando gli è stato chiesto se fosse lui, Ostella ha negato, sostenendo di non essere quello che cercavano e addirittura dicendo di poter mostrare un documento d’identità. Si è presentato come “Christian”, un semplice gestore del bar, e quando gli hanno chiesto di mostrare il documento, ha iniziato a innervosirsi. Alla fine, il documento non è mai uscito.
Luigi Ostella: la famiglia Sannino cerca giustizia
Nel frattempo, la famiglia Sannino continua a lottare per ottenere giustizia. Daniele e Jonathan, i fratelli di Davide, raccontano a Le Iene ancora oggi il dolore di quel giorno. Davide lavorava in un bar e suonava nella chiesa evangelica. Nell’intervista dove le Iene scovano Luigi Ostella, raccontano che era un ragazzo come tanti, che aveva appena preso il diploma e si trovava in piazza con gli amici per festeggiare, quando quella banda è arrivata, intenzionata a rubare i motorini.
Davide fu uno dei bersagli. Uno dei membri della banda lo puntò in faccia con una pistola e sparò, senza motivo. A quel punto, per la famiglia Sannino non si trattava più di soldi, ma di giustizia. “Non ci restituiranno nostro fratello, ma vogliamo che paghino per quello che hanno fatto”, raccontano i fratelli con dolore.
Luigi Ostella: la battaglia per gli 800.000 euro
Il caso è rimasto aperto per anni, ma la sentenza civile che prevede il risarcimento di 800mila euro non è mai stata notificata, perché Ostella risulta irreperibile. Eppure, il bar di Ostella si trova a Rieti, e lui, pur di non pagare, ha usato qualsiasi stratagemma per nascondersi. Il problema è che non solo non vuole risarcire i danni, ma sembra anche voler sfuggire a qualsiasi responsabilità.
Nel servizio, la giornalista Giuliana Covella, del Mattino , racconta che la famiglia non è riuscita a ricevere il risarcimento a causa dell’impossibilità di notificare l’atto. Ostella potrebbe essere l’unico ad avere qualcosa da pagare, visto che gli altri membri della banda sono nullatenenti.
Come si è nascosto per tanto tempo Luigi Ostella?
Nel corso dell’intervista i fratelli di Davide raccontano poi anche episodi inquietanti: in alcuni casi, persone li hanno avvicinati per minacciarli e intimarli di non costituirsi parte civile, e che una volta, nella loro casa, hanno trovato oggetti distrutti e una tazzina con la testa di Che Guevara, un messaggio minaccioso a chi osa lottare per la giustizia. Per i fratelli Sannino, quel simbolo non era casuale: rappresentava un messaggio chiaro e minaccioso, come se qualcuno volesse dire loro: “Se non vi fermate, vi rompiamo la testa”.
“Che Guevara si è battuto contro il sistema e noi ci sentiamo contro il sistema”, raccontano i fratelli, che hanno visto anche la statua dei carabinieri che gli era stata regalata al momento dell’arresto dei responsabili distrutti. In tutto questo, Luigi Ostella nega ogni coinvolgimento e sostenendo di aver “pagato il suo debito con la giustizia”.
Ma come ha fatto a nascondersi per così tanto tempo? Quando Le Iene scovano Ostella emerge un altro dettaglio. Strano infatti che al Comune di Rieti, dove proprio la moglie di Ostelli, Silvia, lavora, non ci fossero riscontri chiari. Silvia, infatti, ha fornito certificati di residenza che poi si sono rivelati inutili. Filippo Roma si è recato direttamente al Comune, ma non ha trovato la moglie e ha parlato con un dirigente, il quale ha assicurato che Ostella era stato trovato e che la notifica era stata inviata. Ma quando il giornalista ha contattato il tribunale, si è scoperto che non era stato possibile notificare nulla. La sentenza sembra perdersi in un buco nero burocratico.
Nel frattempo, Luigi Ostella sostiene di avere ancora la residenza a Napoli e promette di pagare il risarcimento, ma il problema è che i dieci anni sono quasi scaduti e la prescrizione potrebbe fare in modo che tutta la giustizia non venga mai completata.
Per i fratelli Sannino, questa è una lotta che dura da decenni. Ma nonostante tutto, non smettono di sperare che la giustizia arrivi, prima che sia troppo tardi.