Una nuova rivista di teologia, in continuità con la "Communio" fondata da von Balthasar, de Lubac e Ratzinger, ma consapevole dei tempi nuovi

Fidei Communio nasce come ponte fra la grande stagione conciliare e le sfide del presente. A cinquant’anni dall’avventura di Communio – la rivista fondata da von Balthasar, de Lubac e Ratzinger per custodire l’insegnamento del Concilio – un gruppo di studiosi italiani e spagnoli rilancia oggi quell’intuizione dal di dentro di un mutato contesto storico.



Alla parola communio troviamo così affiancata la parola fides. Da un lato il termine communio lega idealmente il tentativo editoriale presente al progetto originario, dall’altro manifesta la rinnovata necessità di cogliere adeguatamente la portata di una parola la cui pregnanza teologica e ontologica chiede di essere ricompresa alla luce dei nuovi paradigmi relazionali sviluppatesi nello scenario socio-culturale.



L’aggiunta della parola fides sottolinea, come ulteriore necessaria specificazione per questo tempo presente, quella fondamentale “personale esperienza all’interno della quale si gioca la dinamica comunionale, offrendo in tal modo una particolare capacità di sguardo sulla realtà alla luce del vangelo […] Da una vera experientia fidei scaturisce, infatti, una rinnovata intelligentia fidei, che va nuovamente a illuminare e risemantizzare l’esperienza di fede del singolo. In questa dinamica personale, ogni io scopre la propria identità più profonda sempre e comunque in relazione al noi della Chiesa a cui appartiene” (Editoriale del primo numero).



Solo in un simile orizzonte – in cui la comunione sorge realmente dall’esperienza della fede – allora diviene possibile dare voce a un pensiero che non sorge come “interpretazione di maggioranza” della Chiesa e del mondo, in una disponibilità piuttosto a “cogliere la realtà – come leggiamo nell’editoriale – per come essa realmente è, e così andare incontro alle domande che albergano nel cuore di ogni uomo e donna; in secondo luogo, per generare un nuovo spazio libero, dove le diverse visioni della realtà, molto spesso anche contrapposte, possano entrare in dialogo tra loro”.

Papa Benedetto XVI nel 2016 in Vaticano (ANSA, Osservatore Romano)

In un tempo in cui spesso “l’interessante diventa più importante del vero”, la rivista Fidei Communio invita così i lettori a riscoprire, con “la gioia del rischio e il coraggio della fede”, la serietà intellettuale di una ricerca che non teme di confrontarsi con le istanze culturali del nostro tempo.

Fidei Communio è interamente leggibile online e scaricabile in formato pdf open access, volendo essere uno strumento accessibile e condivisibile tanto nell’ambito della comunità accademica quanto per un più vasto pubblico: “la rivista non è legata ad alcuna particolare istituzione accademica, ma è il frutto di un lavoro sinergico diretto da diversi docenti, che vede il coinvolgimento di pensatori provenienti da ogni parte del mondo.

In secondo luogo, l’‘interdisciplinarità’: la rivista intende infatti farsi spazio all’interno del quale far entrare in dialogo tra loro diversi ambiti del sapere: dalla teologia alla filosofia, dalla storia alla sociologia, dalla politologia alla letteratura, ecc.

In questa prospettiva, la teologia è chiamata non soltanto a ricoprire un suo posto di rilievo, in quanto chiamata a creare le condizioni di possibilità di questo dialogo, ma anche a riscoprire la propria vocazione disciplinare, in quanto dovrà essere costantemente capace di ripensarsi alla luce delle diverse provocazioni provenienti dalle altre branche del sapere” (Editoriale del primo numero).

Clicca qui per consultare il primo numero online

Elia Carrai (segreteria@fideicommunio.org)

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