Sarà disponibile dal 6 giugno in libreria l’ultimo libro di Franco Bechis, “J.D. Vance. Il vice sceriffo”, dedicato al vicepresidente americano cattolico
Sta per uscire nelle librerie per i tipi di Anniluce J.D. Vance. Il vice sceriffo, scritto da Franco Bechis e primo volume di una nuova casa editrice ispirata da Enrico Mentana. Come si evince dal titolo, si tratta di una biografia dell’attuale vicepresidente degli Stati Uniti d’America, braccio destro di Trump.
Non ha la forma del saggio, è piuttosto un agile instant-book che con stile giornalistico ripercorre le vicende che hanno portato Vance dalle periferie povere dell’Ohio al cuore del potere americano e mondiale. L’autore è direttore del sito di informazione online Open ed è giornalista noto per non accontentarsi di Wikipedia, ma per essere capace di ravanare tra archivi, interviste e documenti alla ricerca di notizie vere.
Così, dalle sue ricerche, scopriamo che il film che più ha colpito Vance in gioventù è un violento dramma sulle gang giovanili (Strade violente, 1991). Conosciamo il disastrato ambiente familiare in cui è cresciuto: l’energica nonna Bonnie che gira con la pistola, la madre problematica, i molti fratelli, tutti di padri diversi, la giovane moglie di origine indiana e di religione indù.
Ripercorriamo gli incontri che hanno segnato la sua carriera, come ad esempio quello con Peter Thiel, uno dei geni della Silicon Valley. Registriamo che Vance ha cambiato molte volte opinione su importanti questioni, a partire dallo stesso giudizio su Trump. Opinione ovviamente oggi più che positiva, contraccambiata dal Presidente, che già lo immagina suo successore, vero o di facciata. Un po’ come ha fatto Putin con Medvedev.
E anche molti americani hanno cambiato idea su Vance, se è vero che il suo bestseller, Elegia americana, è stato accolto benissimo dagli ambienti liberal e progressisti. Un intero capitolo è dedicato alla conversione al cattolicesimo, un percorso che secondo l’autore è stato soprattutto intellettuale, a partire dai testi di Agostino e, cosa rilevante dopo l’elezione del nuovo Papa, dall’interesse per la Rerum Novarum di Leone XIII, caposaldo della dottrina sociale della Chiesa. In appendice sono riportati anche brevi commenti di Meloni, Tajani e Salvini.
Come scrive Mentana nella prefazione, il libro aiuta a comprendere chi sia Vance e anche a capire un po’ di più dove va l’America di Trump. Ma questa seconda impresa è davvero difficile. E non tanto per le snervanti giravolte degli annunci trumpiani, quanto piuttosto perché queste prime settimane della seconda era Trump rivelano che il corpaccione dell’America è davvero complicato.
Ad esempio, si ha la sensazione che la vecchia formula dei teocon non basti più a spiegare il rapporto della destra americana con la religione, un rapporto che sicuramente ha inciso nelle ultime elezioni (quelle americane, non quelle vaticane…). Cinema e letteratura ci hanno aperto squarci sulla vecchia America profonda, ma oggi sembra che anche quella sia diversa, perché in gioco ci sono due fattori nuovi e decisivi: la tragedia delle migrazioni e le questioni dei diritti della sfera sessuale ed affettiva. Sono fattori americani, ma anche europei, che si aggiungono e mescolano con quelli economici e ideologici. In questo le due sponde dell’Atlantico resteranno culturalmente speculari ancora per molto.
Una nota a margine: il primo fattore no, perché non era ancora esploso, ma l’incombente importanza del secondo l’aveva capita bene Augusto Del Noce già negli anni sessanta, studiando le metamorfosi della sinistra europea.
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