La leucemia fulminante è la risposta, dolorosa, alla domanda “com’è morto Michele Merlo?“. Come ricostruito dai medici degli ospedali, il 2 giugno il cantante si era presentato al pronto soccorso di Vergato e aveva temperatura regolare: la guardia medica che lo visitò rilevò un quadro patologico dell’apparato faringeo, prescrivendo un farmaco antibiotico. La sera successiva, Michele Merlo ebbe un malore e intervenne l’ambulanza: codice rosso, con annesse manovre di stabilizzazione delle condizioni vitali del paziente. Alle 22.40 l’ambulanza, con il medico a bordo, ripartiva verso il pronto soccorso del Maggiore con codice di massima gravità, dove giungeva alle 23.22. Sottoposto a indagini multiple urgenti, il paziente fu ricoverato in Rianimazione.
Si evidenziò una grave emorragia cerebrale spontanea e la necessità di un intervento neurochirurgico urgente, eseguito alle 2.22 del 4 giugno. L’intervento si concluse bene, però il decorso post operatorio fu critico, con un rapido peggioramento progressivo del quadro clinico sino alla morte, sopraggiunta il 6 giugno alle 21.45. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
MICHELE MERLO, COM’È MORTO? LEUCEMIA FULMINANTE
Questo pomeriggio a “Verissimo” sarà ospite Domenico Merlo, papà di Michele, l’artista conosciuto come Mike Bird e scomparso lo scorso giugno a causa di una ischemia cerebrale causata da una forma di leucemia fulminante. Oggi, a seguito di ciò che emerge dalle indagini sulla morte del 28enne artista uscito dalla scuola di “Amici” sappiamo che la tragedia poteva essere evitata e che la scomparsa del cantautore e scrittore veneto rischia di rappresentare l’ennesimo caso di malasanità. Ma cos’è la leucemia fulminante, quali sono i suoi sintomi e cosa sappiamo oggi di questa malattia che, non diagnosticata precocemente, nel giro di poco tempo ha ucciso Michele?
COM’È MORTO MICHELE MERLO? SCOPRIAMO LA MALATTIA CHE LO HA CONSUMATO IN POCO TEMPO
La leucemia fulminante, nota meglio anche come APL (leucemia promielocitica acuta) è una forma o sottotipo della leucemia mieloide acuta che, a detta delle statistiche, rappresenta circa il 10-15% dei casi totali di questa patologia ed è considerata una delle forme maggiormente aggressive di tumori a carico del sangue. Come sappiamo la LMA (leucemia mieloide acuta) è una neoplasia della cosiddetta ‘linea mieloide’ delle cellule del sangue e si caratterizza per una crescita molto veloce di globuli bianchi anormali nel midollo osseo; questo fenomeno interferisce con la normale produzione da parte dell’organismo delle cellule normali del sangue. Se la LMA rappresenta la forma di leucemia acuta più comune nelle persone adulte (e con una incidenza direttamente proporzionale all’età), la APL si manifesta molto più precocemente, in una fascia d’età più bassa.
LEUCEMIA FULMINATE, LA MALATTIA DI CUI E’ MORTO MICHELE MERLO: COS’E’ E I SUOI SINTOMI
La leucemia fulminante in particolare si caratterizza per uno sviluppo eccessivo dei promielociti del sangue e nel midollo osseo (da qui il nome APL), ovvero uno stadio maturativo dei granulociti e, come appena accennato, si riscontra maggiormente nella fascia che va dai 30 ai 40 anni, avendo una elevata incidenza purtroppo anche nei bambini, mentre non vi sono particolari differenze di genere dal momento che colpisce indifferentemente sia individui di sesso maschile sia femminile. Tra i suoi sintomi più evidenti -causati dalla sostituzione delle cellule normali con quelle leucemiche e conseguente calo di globuli rossi, bianchi e piastrine sane- ci sono ecchimosi, fenomeni di sanguinamento, pallore, episodi di affaticamento e anche l’aumentato rischio di contrarre delle pericolose infezioni. Non sono invece oggi sempre chiare le cause e i fattori di rischio dal momento che si tratta di una leucemia mieloide che si manifesta e progredisce in modo repentino e può portare alla morte, come suggerisce il nome, nel giro di pochi mesi o settimane.
Come nel caso di Merlo, per curarla e far sì che non risulti fatale è necessaria innanzitutto una diagnosi il più precoce possibile. Come spiegato da papà Domenico, a seguito delle analisi condotte dai medici legali, suo figlio si sarebbe potuto salvare con un semplice esame del sangue e che, se ben curato, avrebbe avuto una “probabilità dal 77 all’89% di guarire, in circa sei mesi, dalla malattia”. Ad ogni modo, al pari di altre forme di LMA, anche quella la leucemia fulminante può essere in qualche modo riconducibile a delle alterazioni genetiche acquisite e che, senza entrare in eccessivi tecnicismi, riguardano i cromosomi 15 e 17 nei quali si verifica una sorta di scambio di materiale genetico e conseguente formazione di una proteina anomala che ‘blocca’ la maturazione delle cellule staminali mieloidi che rimangono allo stadio di promielociti. Infine, se la diagnosi è in capo all’anamnesi medica e a un successivo esame emocromocitometrico, la cura e il trattamento si basano non su farmaci chemioterapici ma acido retinoico e triossido di arsenico, oltre che trasfusioni di concentrati di piastrine, plasma fresco congelato ed emoderivati.