Come previsto, l’energia elettrica è tornata in Libano oggi, domenica 10 ottobre, dopo il grave blackout totale di ieri, quando le due maggiori centrali elettriche del Paese avevano cessato di funzionare per via di una carenza di carburante. Lo ha annunciato nel pomeriggio odierno Askanews citando quanto reso noto dal Ministero dell’Energia. Il ministro dell’Energia e dell’Acqua Walid Fayyad ha così tranquillizzato i cittadini spiegando che la rete è tornata dalla sua normale operatività.
In un successivo comunicato ha fatto sapere: “Oggi l’impianto di Jiyeh è stato collegato alla rete con una potenza di 50 megawatt, l’impianto di Deir Ammar con una potenza di 210 megawatt e l’impianto di Zouk con una potenza di 120 megawatt. E alla rete è stato collegato anche il gruppo del gas di Al-Zahrani”. Inoltre ha anche annunciato che nei giorni scorsi è stata ottenuta l’approvazione da parte della Banca Centrale al fine di ottenere un credito di 100 milioni di dollari. Approvazione inviata all’Ufficio Appalti al fine di importare carburante. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LIBANO, BLACKOUT ELETTRICO TOTALE: PAESE AL BUIO
Blackout elettrico totale in Libano: il Paese è piombato nel buio a soli tre mesi di distanza dall’ultimo episodio analogo in tal senso e le due principali centrali elettriche Zahrani e Deir Ammar, ubicate rispettivamente nelle porzioni meridionale e settentrionale del Libano, sono state nuovamente chiuse per mancanza di carburante. A quanto filtra, la situazione è destinata a non mutare per diversi giorni, per via della crisi economica che paralizza la nazione da parecchio tempo.
Il quadro non è dei più rosei: le autorità libanesi non dispongono infatti delle risorse economiche per pagare, in dollari americani, le importazioni di carburante. Come rimarca TgCom 24, “prima dell’ulteriore collasso delle due centrali, la gente era già rassegnata ad un massimo di due ore di elettricità al giorno”. Uno Stato privo di elettricità significa anche ospedali paralizzati, strumentazioni ferme e un allarme sanitario impossibile da sottovalutare. Il Governo ha decretato ufficialmente il default nel marzo del 2020.
LIBANO IN BLACKOUT TOTALE: “POTERE D’ACQUISTO DEI LAVORATORI PUBBLICI È CROLLATO”
Il blackout che sta coinvolgendo il Libano, dunque, si innesta su uno scenario generale decisamente complicato, che va ad assommarsi agli effetti della devastante esplosione del porto di Beirut del 4 agosto del 2020, quando 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, stipate per anni nei container, saltarono in aria.
In quella circostanza, rammenta TgCom 24, “oltre duecento persone sono rimaste uccise, un terzo degli abitanti è stato costretto ad abbandonare le proprie case e il porto è rimasto paralizzato. Per capire la situazione nella quale si trovano i libanesi basta un dato: il potere di acquisto dei lavoratori pubblici, pagati in lire, è crollato. Uno stipendio che nel 2019 valeva circa mille dollari oggi ne vale 80″.