Chi l'ha visto ha ospitato ieri sera Sergio, fratello di Liliana Resinovich, nonché la cugina Silvia Radin: ecco che cosa hanno detto
Il giallo di Liliana Resinovich ieri sera a Chi l’ha visto, ospite vi era Sergio Resinovich, fratello della vittima, che ha subito spiegato: “Non sono contento ma sono sollevato che la professoressa Cattaneo abbia acclarato che questo è stato un omicidio e non un suicidio, spero che abbia ridato un po’ di dignità a mia sorella. Nelle trasmissioni dicono che tutti devono essere indagati, giustamente, però vorrei anche indagassero anche i parenti di Sebastiano Visintin, che non sono mai stati sentiti, anche il figlio, gli amici suoi, che non sono mai apparsi in tv”. In studio anche Silvia Radin, la cugina di Liliana Resinovich, che si dice d’accordo con il fratello di Lily. Il focus si è quindi spostato sulla Go Pro di Sebastiano e a riguardo Sergio Resinovich racconta: “Lui ha detto che aveva preso questa Go Pro ad alta definizione e che voleva provarla, ma invece non è così” e Silvia Radin ha aggiunto: “La Go Pro è uno dei punti del gip”, con la conduttrice Federica Sciarelli che sottolinea come tutti i dispositivi di Sebastiano siano rimasti per diversi giorni nelle disponibilità di Sebastiano subito dopo la scomparsa della moglie.
“C’è un’applicazione – aggiunge Sergio – che si mette sul telefonino e che Sebastiano mi chiese di installare visto che aveva questa nuova Go Pro, ma poi ho visto che aveva già un’altra applicazione, ma mi disse che era di un’altra Go Pro. Questo risale al 26 o 28 novembre 2021, in quel periodo. Penso che lui stesse preparando l’alibi, non mi ha mai chiesto nulla, perchè non mi ha chiesto aiuto con la prima applicazione?”, accuse molto pesanti quelle di Sergio Resinovich da cui ovviamente noi ci discostiamo.
LILIANA RESINOVICH, SERGIO RESINOVICH E IL GIALLO DELLA GO PRO
Ma perchè è così importante la Go Pro? Perchè di fatto sarebbe appunto l’alibi di Sebastiano Visintin per la mattina della sparizione: “Lui presenta questo filmato – aggiunge il fratello di Liliana Resinovich – ma lui in 13 secondi, in questo video, fa 800 metri in salita, in bicicletta, che è impossibile. Lui ha modificato la clip che presenta come alibi. Io non dico che non sia lui…”.
Di nuovo sulla relazione della prof Cattaneo: “Per fortuna che non è stata cremata Liliana Resinovich, quando è stato ritrovato il corpo io sono stata con mia cugina a scegliere la bara assieme a lui. In quel momento disse che voleva cremarla, ma io non ero d’accordo, mi sono opposto direttamente in procura respingendo la richiesta della cremazione e così è stato”. Sergio Resinovich prosegue: “Se mi indagano non c’è nessun problema, facciano il loro lavoro, io già ai tempi chiesi di essere ascoltato e mi è sempre stato declinato l’invito, non mi hanno mai sentito. Volevo che mi fossero spiegati dei particolari sulle indagini che non capivo, ma mi dicevano che non era relativo”.
LILIANA RESINOVICH, SILVIA RADIN: “LILY NON HA PRESO UNO SCHIAFFETTO”
Sergio Resinovich ha poi voluto ringraziare l’associazione Penelope dell’avvocato Nicodemo Gentile, che in questi tre anni è sempre stata vicina alla famiglia di Liliana Resinovich: “Grazie all’avvocato Gentile e all’associazione Penelope”. Silvia Radin punta di nuovo il dito verso Sebastiano: “Lui ha cambiato versione su quella mattina, ha detto che aveva fatto colazione assieme a Lily e poi no”.
Sergio Resinovich conclude soffermandosi sulla parola sepa: “In triestino significa una grossa botta, che rilascia conseguenze”, una parola che venne detta dagli investigatori il giorno del ritrovamento del corpo della povera Lily. “Liliana non ha preso uno schiaffetto e non è neanche stata sbattuta contro gli alberi”, aggiunge la cugina. “Una indagine partita con un pregiudizio”, aggiunge Sergio Resinovich, mentre Silvia Radin conclude facendo i ringraziamenti alla trasmissione di Chi l’ha visto, che è sempre stata al fianco della famiglia, nonchè l’associazione Penelope. Federica Sciarelli aggiuge e chiosa: “Io ricordo che fu Sergio Resinovich a farmi capire che c’era qualcosa che non andava, quando disse che la sorella le rispondeva sempre ai messaggi”.