A Quarto Grado il giallo di Liliana Resinovich con le interviste a Sebastiano e Claudio Sterpin: ecco che cosa hanno raccontato i due rivali
Il giallo di Liliana Resinovich ieri sera a Quarto Grado, con le interviste esclusive a Sebastiano Visintin, marito e indagato per l’omicidio della donna di Trieste, e Claudio Sterpin, amico speciale della vittima.
Partiamo dalle parole del primo che si è detto deluso dal fatto che la Cassazione abbia rigettato la richiesta dei suoi avvocati di presentare una terza perizia sulla morte di Lilli dopo che le prime due sono giunte a due esiti differenti, suicidio e omicidio: “Non ho preso bene questa notizia – ha detto Sebastiano Visintin – secondo me è un’occasione persa, avrebbero potuto dare risposte precise e chiare, spero che la cosa non finisca qua, secondo me i miei avvocati proveranno fra un po’… vedremo come si evolvono le cose, troveranno qualche altra forma o modo per poter riprendere il discorso e portarlo avanti”.
Il marito di Liliana Resinovich nelle precedenti interviste ha confidato di sentirsi solo: “Cosa significa? Significa vivere da soli, alzarsi, fare le cose di casa, fare la tua vita e continuare a vivere, io lo faccio per Liliana, continuo a vivere per lei altrimenti avrei finito per togliermi la vita, è una cosa a cui ho pensato molto, anche perché vivere senza Liliana è dura”.
“Nei momenti in cui si pensa alle persone che non ci sono più porto un fiore sulla tomba, però voglio continuare a vivere, dare a Lilli delle risposte e ancora oggi, dopo quasi 4 anni, non abbiamo nessuna risposta chiara e precisa su ciò che può essere successo, per me è un dolore immenso”. Sull’opinione pubblica nei suoi confronti: “Ognuno la vede a modo suo, interpreta a modo suo, io sono amato e odiato, è sempre stato così, ma faccio la mia vita, me ne frego altamente di quello che dicono gli altri di me”.
LILIANA RESINOVICH, SEBASTIANO: “NON HO PAURA DEL PROCESSO”
Quindi ha concluso: “Voglio che tutto sia chiaro una volta per tutte e che tutti si tolgano i dubbi. Se andassi a processo non ci sarà nessun problema, molto probabilmente succederà, io sono qui a disposizione, ci sono i miei avvocati che mi sono vicini, sanno perfettamente che io non ho niente a che fare con la scomparsa di Lilli, bisognerà cercare in qualche altro ambiente, nelle sue amicizie e nelle persone che si spacciavano per qualcosa che non esiste”.
Così invece Claudio Sterpin, che ha commentato prima di tutto l’indagine nei confronti del tecnico dell’autopsia che si dice certo di aver rotto la vertebra di Liliana Resinovich durante la preparazione in sede autoptica: “Va chiesto a lui perché dice così, ci sono un sacco di cose nebulose in questa faccenda a cominciare dalla richiesta di archiviazione per suicidio, una bufala enorme richiesta nel maggio o giugno 2023. Cattiva fede? Verrà fuori… purtroppo per me sarà lunga, voi la vedrete io no, io voglio vivere 120 anni, ho già fatto il preventivo, voglio vedere la fine, ma se andiamo oltre i 30 anni diventa dura”.
LILIANA RESINOVICH, STERPIN: “PERCHE’ LILLI AVEVA IL POLLINE ADDOSSO?”
E ancora: “Se la procura avesse agito come doveva dal giorno del ritrovamento del corpo questo fatto sarebbe già finito, ma non è stata fatta un’indagine seria”. Quindi si domanda: “Lilli è stata trovata con del polline addosso, qualcuno mi sa dire da dove è venuto fuori? Non esiste nel boschetto dove è stata depositata, io l’ho detto a gennaio 2022, lei è stata ammazzata in casa e tenuta da qualche parte fino al 4 gennaio e poi portata lì”.
Su Sebastiano che dice di aver pensato al suicidio: “È poco credibile per come si è comportato già dopo i primi giorni dopo la scomparsa, lui stava brindando allegramente con una vostra giornalista, io non ho fatto alcun brindisi. Da come si è comportato… ha regalato tutte le cose di Lilli, questo si chiama amore? In che lingua? Non metto lingua”.
Quindi ha aggiunto: “È lampante che lei è stata picchiata, ha un bernoccolo in testa, segni sul viso non perché è andata a sbattere contro gli alberi del bosco, sono ceffoni e pugni, lei è stata bastonata duramente e non è escluso che anche in quel frangente sia scappata la rottura della vertebra. Non è eccessivo dire bastonata duramente”.
Infine, sempre su Sebastiano: “Devo ricordare che il loro matrimonio, e lui lo sa benissimo, era finito da molti anni, almeno 5 o 7, a quest’ora se non succedeva niente il marito di Lilli ero io, ditelo a Sebastiano. Quello che dico io è oro colato”, chiosa.

LILIANA RESINOVICH, LE PAROLE DELL’AVVOCATO DI CLAUDIO
Queste invece le parole dell’avvocato Squitieri, legale di Sterpin, presente a Quarto Grado: “L’inammissibilità della perizia terza è stata importante in questa fase processuale, noi abbiamo sempre affermato che il provvedimento del gip contro cui sono ricorsi i legali di Sebastiano era un provvedimento molto solido perché emergeva dai fatti. Si va dritto al processo? Stiamo attendendo il deposito dell’incidente probatorio che è fondamentale e l’8 gennaio dovrebbe arrivare salvo proroghe”.
E ancora: “Sebastiano ci ha sempre descritto un rapporto matrimoniale in una maniera idilliaca mentre altri elementi emersi, fra cui la testimonianza dell’albergatrice, depongono per una situazione in cui vi fossero attriti o delle incomprensioni pesanti”. Quindi ha concluso: “Bastonata o non bastonata, al di là di estremismi, il punto fondamentale della consulenza – al di là anche della frattura della vertebra – sono ecchimosi e lesività che sono state per forza inflitte”.
