Madonna di Trevignano: la perizia genetica del prof. Giardina conferma che il sangue trovato è di Gisella Cardia, esclusi trucchi o congegni

Le indagini sul caso della Madonna di Trevignano si avvicinano alla chiusura con un elemento considerato decisivo: il sangue trovato sulla statuina raffigurante la Vergine e sul quadro con l’effigie di Cristo apparterrebbe a Gisella Cardia, ed è proprio questo quanto emerge dal documento depositato in Procura dal genetista Emiliano Giardina, lo stesso esperto già coinvolto nel caso Yara Gambirasio, incaricato dalla magistratura di eseguire analisi approfondite sul materiale biologico sequestrato nel 2023 durante le indagini per presunta truffa ai danni dei fedeli.



L’esito del lavoro di Giardina – una perizia di 135 pagine – non lascia spazio a dubbi: in tutte le tracce esaminate, dal volto della statuina fino al quadro custodito dalla veggente, il DNA rilevato è univocamente riconducibile a Cardia, all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla, mentre il profilo del marito Gianni Cardia è stato escluso. L’analisi ha riguardato anche tre porzioni di cotone contenenti presunta sostanza ematica, oltre a diversi tamponi prelevati su volto e veste della statuina e su altri oggetti religiosi conservati a Trevignano.



In ognuno di questi, si legge nel documento, è stato rilevato unicamente il profilo genetico della veggente e non si tratta, secondo il genetista, di tracce miste: questo dettaglio smentisce indirettamente la tesi difensiva, che aveva ipotizzato una “traccia ibrida” in grado di scagionare Gisella Cardia da responsabilità dirette in quanto il cromosoma Y, spesso usato per identificare profili maschili, ha prodotto esiti non compatibili e non utilizzabili a fini comparativi.

Gisella Cardia, la sedicente “veggente” di Trevignano (ANSA, Giulia Marrazzo)

Lo stesso Giardina ha poi confermato che la TAC effettuata su statua e quadro – attraverso un tomografo computerizzato a 128 strati – non ha rilevato la presenza di meccanismi interni, tubicini o cavità che potessero servire a far fuoriuscire liquidi in modo artificioso, un passaggio che contribuisce a chiarire, almeno sotto il profilo tecnico, che il fenomeno delle “lacrime di sangue” non risulta spiegabile con ingegni nascosti, ma che quelle macchie siano semplicemente biologiche e, ora, anche identificate.



Madonna di Trevignano, le analisi si chiudono senza misteri: “Nessun miracolo, è sangue umano di Gisella Cardia”

La perizia del genetista Giardina rappresenta, al momento, l’ultimo e più concreto elemento agli atti in mano alla Procura sul caso della Madonna di Trevignano: l’indagine, che ruota attorno alle presunte lacrimazioni miracolose della statuina, ha ormai completato la fase istruttoria poiché il gip ha respinto la richiesta di proroga presentata dal pubblico ministero, ritenendo che gli elementi raccolti – compresi i risultati scientifici – siano sufficienti per decidere sull’eventuale rinvio a giudizio e tra questi, appunto, la relazione del professore, che ha esaminato anche materiali raccolti in passato dal RIS e dai proprietari del quadro e della statua, compresi campioni conservati dal 2016.

Alcuni dei tamponi analizzati non hanno dato risultati utili alla comparazione o – in altri casi – sono risultati negativi alla diagnosi di sangue umano, ma ad ogni modo, in quelli che hanno fatto più parlare l’opinione pubblica e i media – ovvero le guance della statuina e il volto del quadro – la natura ematica è stata confermata con metodo scientifico e attribuita con certezza a Gisella Cardia. Le tracce riconducibili al marito, invece, sono state escluse anche attraverso altri test molecolari, compresi quelli sul cromosoma Y, che hanno prodotto risultati definiti parziali e non utili.

Un passaggio importante, rimarcato nella documentazione, riguarda la TAC svolta su entrambi i reperti principali – una statua in gesso e un quadro ad olio – per cercare possibili alterazioni o congegni, ma anche in questo caso, gli esami non hanno rilevato alcuna anomalia interna o sistemi artificiali, destinanti alla fuoriuscita del liquido; sul fronte giudiziario, invece, è stata archiviata la querela per diffamazione presentata dal marito della veggente contro Luigi Avella, uno dei primi seguaci a prendere le distanze pubblicamente dalle presunte apparizioni.

Secondo il gip, Avella avrebbe esercitato il diritto di critica nei suoi interventi, anche sui social e in tv, chiudendo così un altro capitolo del caso Trevignano, che, almeno per la giustizia, sembra ormai avere contorni molto più chiari di quanto la narrazione sui presunti miracoli abbia fatto credere negli ultimi anni.