Rompe il silenzio l'uomo di Mantova che si travestì da sua madre per rinnovare il documento: ecco la sua spiegazione dell'accaduto
Quello che arriva da Mantova – e, più precisamente, dal piccolo comune di Romanore – è un caso che sta facendo discutere da diversi giorni per la sua completa assurdità con un uomo 56enne sorpreso da un’addetta comunale travestito da sua madre per rinnovare il documento d’identità necessario (tra le altre cose) per continuare a incassare la lauta pensione della donna: una vicenda che – com’è facile immaginare – ha fatto rapidamente il giro di Mantova, arrivando anche all’attenzione dei quotidiani nazionali e che da quel momento non ha smesso da rimbalzare pressoché ovunque.
Facendo un passo indietro, è utile ricordare che del caso di Mantova si parla dallo scorso 11 novembre: in quel momento, infatti, l’uomo travestito dalla madre si è presentato in comune per rinnovare il documento, destando un paio di sospetti nell’addetta dell’anagrafe che (ovviamente) ha lanciato l’allarme; mentre il successivo 19 novembre – giorno in cui avrebbe dovuto ritirare il documento – si è scoperto l’arcano.
L’uomo di Mantova – da tempo disoccupato – dopo un breve malore avrebbe ammesso interamente le sue colpe, pur non spiegando (almeno, per quello che ci è dato sapere) le ragioni del suo gesto; mentre durante il colloquio con gli inquirenti di Mantova li ha anche condotti verso una – a dir poco – macabra scoperta: da tre anni, infatti, conservava il corpo senza vita e ormai mummificato della donna all’interno della sua stessa abitazione, lontano dagli occhi indiscreti dei conoscenti.
L’uomo di Mantova che si travestì dalla sua madre rompe il silenzio: “Addolorato, ma non le ho mai fatto del male”
Attualmente le indagini su quanto accaduto a Mantova restano – ovviamente – aperte, soprattutto per capire se l’effettivo intento era quello di frodare il fisco per ottenere la pensione della donna e nel frattempo il 56enne sembra essere sparito dai radar di chiunque lo conosce e (soprattutto) dei giornalisti; mentre si indaga anche su quell’amica alla quale chiese di accompagnarlo in auto all’ufficio per capire se fosse al corrente della vicenda.

Dopo circa un mese di completo silenzio, però, l’uomo di Mantova ha fatto pubblicare un comunicato dal suo avvocato – il dottor Francesco Ferrari -, nel quale ci ha tenuto a dirsi fin da subito “profondamente addolorato [e] rammaricato” per l’accaduto; pur precisando – e le analisi degli inquirenti lo confermerebbero, sostenendo la tesi del decesso naturale – che “non ha mai (..) arrecato sofferenza o dolore” alla madre.
L’uomo di Mantova – prosegue il legale – “è profondamente legato” alla donna e quanto accaduto sarebbe da ascrivere alla sua volontà di “tenerla con sé” anche dopo il decesso in una (aggiungiamo noi: strana) forma di “amore filiale”; mentre il dottor Ferrari ha anche escluso categoricamente l’esistenza di qualsiasi complice “consapevole” dell’accaduto e ha chiesto di accettare la decisione del 54enne di Mantova di “ritirarsi in un periodo di silenzio” e riflessione.
