Marcell Jacobs ospite di Buoni o Cattivi di Veronica Gentili si racconta: dalla passione per l’atletica al rapporto conflittuale con il padre fino alla fama. Una lunga intervista quella del velocista che ha conquistato le Olimpiadi di Tokyo 2021 diventando uno degli atleti più richiesti e ricercati del momento. Una notorietà che l’ha travolto, ma che sa gestire con grande entusiasmo. Tantissimi i fan che lo seguono sui social e tantissime le richieste che gli arrivano in privato come ha rivelato a Veronica Gentili: “alcune persone mi scrivono che mi seguiranno fin sotto casa se non rispondo. Mi mandano foto di ogni tipo, cose a cui non ero abituato. Non ho mai rinunciato a fare una foto e credo che continuerò a farlo”.
L’atleta è consapevole che l’affetto delle persone sia fondamentale nella vita di ognuno di noi: “senza le persone che credono in te è più difficile avere una spinta in più e credo sia importante ricambiare per tutto quello che mi hanno dato e che ho sentito mentre gareggiavo. I paparazzi? Mi piacciono, e continueranno a piacermi. Vorrei averli tutti i giorni sotto casa!”.
Marcell Jacobs e il padre: “Ho deciso di vederlo per capire tante cose”
Non solo il successo, la fama e i paparazzi, Marcell Jacobs a Buoni o Cattivi ha parlato anche della sua infanzia. Cresciuto solo con la mamma, Marcell oggi sta cercando di recuperare un rapporto con il padre abbattendo un muro che si portava dentro da anni. “Fino ad un anno fa avevo un blocco, avevo creato un muro di cemento armato su tutto quello che riguardava mio padre. Sono cresciuto solo con mia madre, era quella la mia famiglia. Poi ad un certo punto ho cominciato a parlarne e a buttare giù quel muro, cominciando a descrivere la mia vita senza di lui” – ha detto il campione.
Il velocista non ha alcuna paura a confessare: “avevo paura di quell’abbandono che avevo avuto da lui. La cosa buona che mi ha lasciato sono le fibre muscolari, così veloci…”. Nonostante tutto però non vuole definirlo un padre cattivo: “Se mio padre è stato cattivo con me? No, credo sia stata una situazione difficile; vorrei capire tutto quello che ha passato, sentire la sua storia. Ho deciso di vederlo per capire tante cose che non so…”. Nella sua vita un ruolo importantissimo l’ha avuto anche il nonno a cui ha dedicato la prima medaglia vinta: “ho dedicato la prima medaglia a mio nonno che mi ha sempre seguito. Mia madre mi ha insegnato che tutto era possibile con impegno e determinazione. È tuttora la mia motivatrice, la mia figura di riferimento. Il mio idolo”.