E’ un Marco Travaglio decisamente commosso quello che ha ricordato ieri sera, in collegamento con il programma di La7, Otto e Mezzo, il Maestro Franco Battiato. I due erano amici, e proprio il direttore de Il Fatto Quotidiano si era esibito nel 2012 assieme all’artista catanese scomparso ieri, alla Versiliana. Il talk show condotto da Lilli Gruber ha mandato in onda alcune immagini di quell’evento, subito dopo commentate da Travaglio così, visibilmente emozionato: “Franco Battiato era un’anima molto delicata, un po’ come quei fiori che, appena li tocchi, si disfano”.
“Sono un po’ scosso devo dirti la verità – ha proseguito – ho pudore, ho paura a dire delle cose su di lui così a caldo, forse il modo migliore per ricordarlo è quello di leggere qualche brano del suo testamento che è una canzone, intitolata ‘Testamento’, e che dice così: “Lascio agli eredi l’imparzialità, la volontà di crescere e capire, uno sguardo feroce e indulgente per non offendere inutilmente, lascio i miei esercizi sulla respirazione, Cristo nei vangeli parla di reincarnazione, lascio agli amici gli anni felici e le più audaci riflessioni, la libertà reciproca di non avere legami e mi piaceva tutto della mia vita mortale, anche l’odore che davano gli asparagi all’urina, we never die we were never born, noi non siamo mai morti, noi non siamo mai nati’, c’è tutto”.
MARCO TRAVAGLIO: “FRANCO BATTIATO SE NE ERA GIA’ ANDATO DA TEMPO”
Lilli Gruber ha quindi chiesto a Marco Travaglio se vi sia una canzone di Franco Battiato a cui è più legato, e lui ha replicato: “Bhe certamente quella che ho provato a cantare con lui alla Versiliana e che non mi è mai riuscita così bene come quella volta, era una sua magia quella”. Il brano si intitola ‘Prospettiva Nevsky’, canzone che prende il nome da una storica via di San Pietroburgo costruita a immagine e somiglianza degli Champs Elysees di Parigi: “Il mio maestro mi insegnò come è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire – le parole di Travaglio ricordando il testo della canzone – un verso che ti lascia veramente un groppo in gola”.
“L’altra – ha proseguito . è una canzone che lui mi dedicava ai concerti quando sapeva che ero tra il pubblico, perché, scherzando, diceva di averla scritta con me, a mia insaputa. Riguardava gli scandali del Cavaliere e si intitola ‘Inneres Auge’“. Travaglio ha poi concluso dicendo: “Battiato ha sempre vissuto in tanti mondi e se n’era già andato in uno di quei mondi da qualche anno. Oggi si è definitivamente liberato“