Mario Brunello, chi è il violoncellista ospite di Via dei Matti n.0
Mario Brunello è tra gli ospiti della nuova puntata di “Via dei Matti n.0“, il programma di Stefano Bollani e Valentina Cenni che accolgono i telespettatori in una casa in cui tutti vorremmo abitare una casa fatta di musica, aperta ad amici e note, storie e sorrisi. Tra gli ospiti della puntata di giovedì 22 settembre spazio al talento di Mario Brunello, uno dei più affascinanti, completi e ricercati artisti della sua generazione. Una carriera unica quella di Brunello che è solista, direttore, musicista da camera e di recente pioniere di nuove sonorità. Basti pensare che il direttore recentemente con il suo violoncello piccolo è stato il primo Europeo a vincere il Concorso Čaikovskij a Mosca nel 1986.
Ma chi Mario Brunello? Si tratta di un violoncellista dotato di un talento e di una libertà espressiva fuori dal comune, che gli permettono di affrontare con eguale sensibilità repertori che spaziano dalla musica antica a quella contemporanea che durante la sua carriera ha collaborato con i più importanti direttori d’orchestra quali Antonio Pappano, Valery Gergiev, Myung-whung Chung, Yuri Temirkanov, Zubin Mehta, Ton Koopman, Manfred Honeck, Riccardo Muti e Seiji Ozawa.
Mario Brunello e il violoncello piccolo
Una carriera straordinaria quella di Mario Brunello che si è esibito con le più prestigiose orchestre del mondo tra cui: la London Symphony e la London Philharmonic Orchestra, la Philadelphia Orchestra, la San Francisco Symphony, la NHK Tokyo, l’Accademia di Santa Cecilia, l’Orchestre Philharmonique de Radio France, la Filarmonica della Scala e la Filarmonica di Monaco e tante altre. La sua fama è legata al violoncello piccolo, uno strumento che giudica solistico : “il suo utilizzo apre la strada a una polifonia ricchissima, spesso con fughe a quattro voci. All’esecutore e al pubblico trasmette un senso di completezza corroborante. Per me, la sua scoperta ha avuto un effetto deflagrante, aprendomi un nuovo mondo sonoro e una nuova prospettiva artistica!”.
Infine parlando del suo ha detto: “ho avuto il privilegio di suonare, in varie occasioni, un Amati del Seicento, che chiamo il “Maradona degli strumenti”, con un colore irripetibile: la copia che uso è stata costruita dal liutaio Filippo Fasser su quel modello e funziona molto bene, rendendo perfettamente l’idea musicale”.