Massimo Ferrero dal carcere/ “Se volevo fuggire potevo farlo durante Pechino Express”

- Carmine Massimo Balsamo

In carcere a San Vittore, Massimo Ferrero è accusato di reati societari, bancarotta fraudolenta aggravata e false comunicazioni sociali

massimo ferrero Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria (Foto LaPresse)

Arrivano le prime parole di Massimo Ferrero dopo l’arresto. Come vi abbiamo raccontato, il presidente della Sampdoria lunedì è stato ammanettato a Milano dalla Guardia di Finanza a seguito di un’inchiesta della procura di Paola, in provincia di Cosenza, per reati societari, bancarotta fraudolenta aggravata e false comunicazioni sociali. Il club ligure non risulta coinvolto, ma tanti tifosi blucerchiati sono in allarme per la situazione. Ora “er Viperetta” ha tenuto a fare chiarezza…

«Sto bene, adesso sto bene, anche se sono in carcere», le parole di Massimo Ferrero ai microfoni de Il Secolo XIX. Il numero uno della Samp è recluso a San Vittore e ricordiamo che si trovava a Milano per motivi “calcistici”: l’imprenditore capitolino infatti stava trattando Dejan Stankovic per la panchina blucerchiata.

Massimo Ferrero: “Se volevo fuggire potevo farlo durante Pechino Express”

Sempre ai microfoni de Il Secolo XIX, Massimo Ferrero si è scagliato contro la Guardia di Finanza, rea di non avergli concesso il trasferimento nella sua casa romana «per assistere alla perquisizione». Ma non solo: «Mi è uscito un fiotto di sangue dal naso, ho avuto un picco di pressione». «Dicono che potrei fuggire: è una follia, dove potrei andare?», si è chiesto Massimo Ferrero dal carcere, evidenziando un altro particolare ai microfoni de Il Tempo: «Se volevo, potevo far perdere le mie tracce quando stavo girando le puntate di Pechino Express. Ma se ho la Digos che mi segue da tempo e mi mettevano il braccialetto elettronico agli arresti domiciliari come potevo scappare?».





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