Il ministro della Salute Roberto Speranza continua a dribblare le domande di Massimo Giletti. Ogni invito del conduttore di “Non è l’Arena” cade nel vuoto, viene cioè rifiutato. A rivelare il retroscena è lo stesso giornalista, che non nasconde la seccatura e la frustrazione per il trattamento che gli riserva Speranza. Nonostante ciò, Giletti continua a mandargli inviti per discutere con lui della pandemia Covid, di come è stata gestita e dei vaccini, ma in studio alla fine c’è sempre e solo Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute e quindi vice di Speranza, che però non può parlare per il ministro.
«Io con Speranza… Anche questa settimana lo abbiamo invitato. Io a fine anno farò vedere l’elenco degli inviti di Speranza e le risposte che ci dà. Una volta è al mare, una volta in collina, una volta da Fazio, una volta da Mara Venier, un’altra non lo so», dice amareggiato Massimo Giletti. «Una volta a rispondere a delle domande, no? Veramente, perché scappa sempre? Perché non affronta, non me, e non risponde i colleghi, anche di Report?».
GILETTI VS SPERANZA E L’APPELLO A SILERI…
Quasi sconsolato Massimo Giletti si è rivolto anche a Pierpaolo Sileri cercando supporto dal sottosegretario alla Salute, nella speranza possa intervenire per aiutarlo a metterlo in contatto con il ministro della Salute Roberto Speranza. «Lei glielo può dire? Io veramente… Siete voi al Governo, non è possibile che qui dica cosa pesanti e poi al ministero…», ha aggiunto il conduttore di “Non è l’Arena”. Un grave errore quello del ministro, perché la trasparenza è un dovere. Forse non ha gradito gli attacchi ricevuti sulla vicenda del piano pandemico, ma comunque non ci si sottrae al confronto, soprattutto se può servire a fare chiarezza.
«Noi non ci smuoviamo, non andiamo via, perché una società che non fa più domande è destinata al declino», aveva detto Massimo Giletti nel corso delle puntate del suo programma. E aveva anche colto l’occasione per difendere i suoi inviati e aveva ricordato: «Oggi in Italia chi ha il dovere pubblico di parlare, perché lo ricordiamo è pagato con soldi pubblici, dovrebbe rispondere sempre».