Dopo aver difeso le porte di diversi club, Matteo Sereni si è dovuto difendere da attacchi ben più pesanti. L’ex portiere di Torino, Lazio e Sampdoria (solo alcuni dei club in cui ha militato), è stato indagato per presunti atti osceni su minori e realizzazione di materiale pornografico. Un lungo incubo che è cominciato con la separazione giudiziale e che è terminato con due archiviazioni dopo 11 anni di indagini e processo. «Improvvisamente la mia ex moglie, Silvia Cantoro, durante la separazione giudiziale, inizia ad accusarmi di nefandezze senza precedenti che avrei compiuto su dei minorenni», dice nell’intervista rilasciata oggi a Libero. Nel 2009, quando fu avviata la separazione, «era semplicemente una lunga richiesta di pretese economiche».
Matteo Sereni riferisce allora che tutto è cambiato alla prima udienza nel luglio 2021, quando apprese le accuse che l’ex moglie aveva mosso nei suoi confronti. «Da quel momento non ho più visto la luce». Giovanni Terzi su Libero le riporta: abusi sessuali, giochi erotici in barca in compagnia di altri amici del calciatore, fino alla realizzazione e alla vendita di filmati a sfondo pornografico.
MATTEO SERENI E L’INCUBO DURATO 11 ANNI…
Per l’avvocato Giacomo Francini, che ha assistito Matteo Sereni in questi lunghi anni di battaglia giudiziaria, il cortocircuito si è creato perché «i minori sono stati a lungo interrogati con modalità inappropriate e potenzialmente suggestive di falsi ricordi». Nell’intervista a Libero cita l’ex moglie, l’ex suocera e i consulenti tecnici in sede civile e penale. «Il Tribunale nell’archiviazione pone l’accento sulla inadeguatezza della modalità di assunzione delle testimonianze». Da quando è cominciato questo incubo, Matteo Sereni non ha potuto più vedere i suoi figli: «Per questo sto ancora profondamente soffrendo e, mi creda, la sofferenza riguarda anche quegli amici che, prendendo le mie difese, si sono visti aggredire anch’essi dalla mia ex moglie». Dopo la prima archiviazione nel dicembre 2019 è arrivata la seconda il 5 marzo scorso. «Con quest’ultimo e definitivo possiamo finalmente dire che si è chiusa ogni situazione».
In questi anni però ha avuto al suo fianco il fratello Giacomo e la compagna Stefania, da cui quattro anni fa ha avuto la figlia Sofia. «Stefania, Sofia ed io abbiamo ripreso in mano la nostra vita, migliorandola, ed oggi siamo davvero sereni anche se, mi creda, le cicatrici provocate da questi dieci anni di supplizio non si cancelleranno mai». Quando Giovanni Terzi gli chiede se intende fare azioni legali contro chi gli ha causato tutto ciò, l’ex portiere replica: «Preferisco per adesso che tutto rimanga così. In futuro vedremo».