Mauro Trabalza è il nipote della notissima e amatissima Sora Lella, a cui ha dedicato uno spettacolo teatrale. Oltre alla nonna, Mauro Trabalza porterà in scena anche lo zio Aldo Fabrizi. “Ho dei ricordi vivi, intimi, perché nonna l’abbiamo vissuta bene, sia io sia mio fratello Renato – racconta in una lunga intervista rilasciata al quotidiano La Verità – Ho ricordi d’infanzia, ma soprattutto da ragazzo, quando mi diceva, nelle mie avventure amorose: ‘Questa non me piace, questa non me piace, questa lasciala perde’, questa va bene, aspetta che ce parlo io’”.
Mauro Trabalza racconta che sua nonna Sora Lella (all’anagrafe Elena Fabrizi) “amava le telefonate, la gente, parlava con loro dei problemi quotidiani, il marito che aveva tradito la moglie, i genitori che non parlavano più con i figli. Entrava dentro le case e diventava la nonna e la mamma di tutti”. E ammette che nella realtà non era affatto burbera, anzi, “era buonissima. Quando, ogni tanto, ci discutevo, lei mi metteva il muso. Io allora le davo delle spinterelle e lei mi mandava a quel paese. Quando morì mio nonno, mi disse: ‘Vieni a dormire a casa con me che c’ho paura?’”. E respinge ogni insinuazione che lei e suo fratello Aldo Fabrizi avessero dei dissapori: “Lo spettacolo l’ho voluto anche per sfatare tutte quelle leggende metropolitane su fratello e sorella che non andavano d’accordo” spiega a La Verità.
Mauro Trabalza nipote di Sora Lella: “zio Aldo era molto protettivo, c’era grande rispetto”
Mauro Trabalza, nipote di Sora Lella e di Aldo Fabrizi, rivela i retroscena del rapporto tra loro: “Tra nonna e zio Aldo c’era un grande rispetto. Zio ha fatto da padre alle sorelle e nonna era la più piccola. Non è vero che lui non voleva che lei lavorasse al cinema – racconta a La Verità – Zio Aldo era molto protettivo, lo è stato fin da quando lei era piccola”. E confessa un ricordo di un momento particolare tra di loro: “Ogni Natale e Pasqua, quando andavo a portargli un regalo di nonna, lui mi portava dentro una stanza piena di pasta e mi dava quella integrale, appena arrivata sul mercato, e mi diceva: ‘Questa portala a mi’ sorella perché ne po’ mangia’ tanta e nun ingrassa’”.
Mauro Trabalza ricorda anche il ruolo di Sora Lella nel ristorante: “Nonna stava alla cassa, puliva le puntarelle e i carciofi, poi faceva attrazione – spiega nell’intervista a La Verità – C’è una cosa molto bella che mi ricordo: quando c’era poco personale, eravamo solo io e papà in cucina, lei, con la sua flemma, andava a prendere le ordinazioni in tutti i tavoli, la gente ordinava tutto uguale, poi qualche cliente mi prendeva da parte e mi diceva: ‘Senta, io sto a dieta, non mi dia i bucatini, mi dia un filetto, ma non glielo dica alla Sora Lella, sinò s’arrabbia!’. Nonna era così” e il ristorante “era la sua vita”.