Una testimonianza choc, quella rilasciata del 1994 dal divo Marlon Brando e che getterebbe nuove ombre su Michael Jackson e sulla tesi, rilanciata più volte, secondo le quali il re del pop fosse un pedofilo. Fu una conversazione intercorsa durante una cena al Neverland Ranch tra l’attore e la stella della musica a far convincere il divo di quel suo pensiero. Nella testimonianza riportata oggi da Il Giornale si legge: “Stavamo parlando delle emozioni umane e di dove esse arrivino. Gli chiesi se fosse ancora vergine e cominciò a sghignazzare e ad arrossire. Mi disse solo: ‘Oh, Brando’. E allora insistetti: ‘Dunque, come fai con il sesso?’. Arrossì e si imbarazzò moltissimo”. L’attore aggiunse, in riferimento a Michael Jackson: “vive in un mondo completamente diverso, non vive emozioni reali. Mi ha detto che odia suo padre ed è scoppiato in lacrime. Per questo non ho insistito”. Il divo avrebbe da lì capito che il re del pop aveva una vita difficile da gestire. Ma fu soprattutto una frase a lasciargli dei dubbi. Brando gli chiese chi fossero i suoi amici : “Mi ha risposto: ‘Non conosco nessuno della mia età. Non mi piace nessuno della mia età’. Ho insistito: ‘Perché no?’. E lui ha replicato: ‘Non lo so, non lo so!’. Stava piangendo così forte, che… ho cercato di calmarlo. Ho cercato di aiutarlo in ogni modo””. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
EMERGE TESTIMONIANZA CHOC DEL 1994
Sono dichiarazioni forti quelle di Marlon Brando su Micheal Jackson, due dei più importanti artisti della scena musicale mondiale. Secondo “The Voice”, il Re del pop, che ieri avrebbe compiuto 61 anni, era un pedofilo. “Mi ero da tempo convinto che Michael fosse gay ma quella sera ebbi la netta impressione che egli aveva davvero a che fare con quella storia dei ragazzini”. Dichiarazioni di Brando (dopo una cena a Neverland) che come spiega Repubblica sono contenute in una testimonianza giurata rilasciata nel 1994, anno in cui lo stesso attore/cantante venne contattato dai magistrati che indagavano proprio sui presunti casi di pedofilia riguardanti M.J. Tali parole sono venute alla luce in queste ore perché facenti parte della puntata finale del podcast “Telephone Stories: The Trials of Michael Jackson”, in programma da domenica prossima sul sito Luminary. Uno dei produttori del podcast suddetto è Brandon Ogborn, che venuto in possesso del materiale di Marlon Brando ha subito capito di quanto fosse delicata la situazione: “Ho subito capito che quel documento era una vera e propria patata bollente – le sue parole al Times – fosse vivo, Brando probabilmente vorrebbe che fosse cancellato. Brando del resto era completamente diverso rispetto a chiunque altro abbia avuto a che fare con l’inchiesta su Jackson”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MICHAEL JACKSON AVREBBE DOVUTO COMPIERE 61 ANNI
Nasceva esattamente 61 anni fa, il 29 agosto del 1958, Michael Jackson. Il Re del Pop, morto in circostanze non ancora chiare il 25 giugno di dieci anni fa, continua ad essere uno degli artisti più amati, osannati ma soprattutto ascoltati di sempre. Venne trovato senza vita nella sua residenza di Holmby Hills, a Los Angeles, imbottito di farmaci forse presi di proposito o forse no, chi lo sa… Un alone di mistero aleggio sulla sua fine, ad alimentare ancora di più il mito di quello che da molti è considerato il cantante più grande di tutti i tempi, per lo meno, della storia moderna. Oltre ad una voce angelica, come la definivano numerosi critici, Michael era anche un ballerino straordinario. Il Re del pop si esibiva con la voce e con il corpo, rendendo famosi passi come il “moonwalk”, la camminata sulla luna, eseguita in maniera incredibile e poi ripresa negli anni dopo in numerose coreografie.
MICHAEL JACKSON, 61 ANNI FA NASCEVA IL RE DEL POP
Michael Jackson era già famoso prima di divenire il “King of the pop”, visto che prima della carriera da solista si esibiva già da anni con i “Jackson 5”, ovvero lui e i suoi quattro fratelli. Ma fu il 1982 l’anno che lo scagliò nell’olimpo della musica grazie all’album “Thriller”, che a tutt’oggi è il più venduto di sempre nella storia con ben 110 milioni di copie in tutto il mondo. Nel 2009, quando morì, era pronto a tornare sulle scene, visto che di lì a poco si sarebbe dovuto esibire per “This is it”, quella che lo stesso Jackson aveva definito l’ultima sua esibizione dal vivo prima del ritiro definitivo. Una volta annunciate le date, vennero venduti un milione di biglietti nel giro di poche ore, e MJ fu costretto ad aumentare il numero di tappe, passando dalle 10 previste a ben 50, tutte ovviamente sold out. Forse la paura di esibirsi dopo anni in cui non saliva più sul palco, o forse una mente notoriamente un po’ troppo fragile, hanno spinto Michael a farla finta a sole tre settimane dall’inizio dei concerti.