Alessandro Michieletto è il baby talento dell’Italia Volley: 2,11 m a soli vent’anni, si è già laureato come campione europeo assoluto e miglior giocatore del Mondiale under 21, che ha vinto lo scorso anno. La sua carriera promette grandi cose, ma il pallavolista intende mantenere i piedi ben saldi per terra (almeno quando non salta davanti la rete).
“A vent’anni c’è il rischio di montarsi, per questo ogni giorno mi ripeto che il mio motto deve essere “testa bassa e lavorare”. In campo devo ancora dimostrare tutto. Per fortuna la famiglia mi aiuta”, ha detto nel corso di una intervista a Famiglia Cristiana. Proprio il papà, d’altronde, lo segue da vicino, in quanto team manager della Trentino Volley, dove il classe 2001 gioca. “Non ho mai avuto pressioni. Papà ha un ruolo organizzativo non tecnico, non c’è conflitto di interessi. Al lavoro è molto professionale, mi ha dato una grande mano mettendomi sempre nelle condizioni di conquistarmi ogni cosa da solo”.
Michieletto, baby star dell’Italvolley: “Obiettivo crescere sempre di più”
Alessandro Michieletto, nonostante si sia già tolto delle soddisfazioni importanti nella sua carriera, vuole continuare a crescere, soprattutto sul campo. A livello fisico, infatti, ha già dato. “Da 1,85 a 2,09 tra la terza e la quinta superiore e poi altri due centimetri: adesso misuro 2,11”, ha raccontato nel corso dell’intervista a Famiglia Cristiana. Non sempre è stato facile finora conviverci. “Direi una bugia se negassi di aver dovuto metabolizzare il nuovo “ingombro” del mio corpo: ho preso più di una zuccata dimenticando di inchinarmi allo stipite delle porte nel quotidiano”.
E non solo: “In campo ancora mi accade di stupirmi quando mi accorgo saltando che la mia schiacciata va sopra le mani del muro avversario. Non ho ancora del tutto interiorizzato la coscienza di quell’altezza”. Nel volley, però, è sicuramente un punto di vantaggio per uno schiacciatore. “Se salto senza palla, nei test, la mia mano tocca a 3 metri e 75. In azione di gioco direi 3,45. Sto imparando a capirlo: mi accorgo che il pallonetto spinto da quell’altezza è difficile da difendere”.