“La Lega ha fatto benissimo a chiedere l’azzeramento della giunta regionale: lo voleva per proprie ragioni interne e lo voleva per far credere all’esterno che non ne poteva più di questa situazione, ma era pronta a tornare sui passi se ci fosse stato un rimpasto”. A dirlo è l’ex direttore della Padania, Luigi Moncalvo, contattato da Ilsussidiario.net. Secondo Moncalvo, Formigoni ritirando le deleghe agli assessori legisti ha fornito l’assist alla Lega stessa in quello che le chiedono i suoi elettori: smarcarsi dal Presidente della Regione e far cadere la giunta stessa. Sulle minacce di Formigoni di far cadere anche Piemonte e Veneto in caso la Lega togliesse il sostegno alla sua giunta, Moncalvo è preciso: “Formigoni non ha nessun potere per far questo, non è Berlusconi anche se ha sempre sognato di diventarlo”.
Caos Regione Lombardia: ha fatto bene la Lega a chiedere l’azzeramento della giunta?
La Lega ha fatto benissimo a chiedere l’azzeramento: lo voleva per proprie ragioni interne e lo voleva per far credere all’esterno che non ne poteva più di questa situazione, ma che era pronta a tornare sui passi se ci fosse stato un rimpasto.
Le minacce di Formigoni invece sono plausibili?
Formigoni sta dimostrando una cosa soltanto: di essere in tilt, di non avere più lucidità dal punto di vista politico. Lo dimostra il contenuto di quello che ha detto e la tempistica della sua dichiarazione di ultimatum, facciamo cadere tutti. Gli è venuta nel corso della notte, non ci ha dormito più.
Cosa intende?
Formigoni ha fatto tre grossi errori. Il primo è che doveva dire sì alla Lega sulla richiesta di azzeramento.
Perché?
Avrebbe fatto un grosso favore alla Lega e se la teneva con se fino a fine legislatura. Qual è il grosso favore che faceva alla Lega? Quello di sbarazzarsi di un assessore bossiano inutile ed evanescente, quello alla sanità, messo lì solo perché medico di Bossi. Un personaggio che fece dei danni anche al Pdl quando lo candidarono alle politiche in un collegio rimasto vacante a maggioranza di destra e riuscì a perdere.
L’azzeramento era la mossa migliore?
Sì, Formigoni doveva accettare l’azzeramento, conveniva anche a lui. Dava una riverniciata e si teneva la Lega nominando nuovi assessori vicini al nuovo asse maroniano e se ne stava tranquillo fino alla fine della legislatura.
Il secondo errore?
Quando dice faccio cadere Piemonte e Veneto significa che si è montato la testa. Lui non è in grado di fare cadere niente, non è Berlusconi anche se ha sempre sognato di esserlo. Non è in grado di dare ordini al suo partito di togliere la maggioranza in quelle regioni.
E il terzo?
Nel momento in cui dice che queste cose non le decide Salvini ma le decidono Alfano e Maroni fa un grandissimo sgarbo a Salvini cercando di delegittimarlo, come se le decisioni del segretario lombardo della Lega non fossero decisioni serie ma possano essere sbugiardate da Maroni.
Facendo allora un computo degli errori ne deduciamo che…
Secondo me ha infilato tre errori su quattro e il quarto è stato togliere le deleghe agli assessori leghisti: in questo modo ha decretato la fine della sua giunta e della sua maggioranza.
Oggi però si incontrano Alfano e Maroni.
La Lega è in cul de sac. Se Formigoni torna sui suoi passi vuol dire che Maroni ha sbugiardato Salvini e questo non va bene perché Salvini è uno dei grandi elettori che ha portato su lo stesso Maroni. Ma la Lega perderebbe la faccia anche nei confronti dell’elettorato in un momento in cui secondo i sondaggi tutti i lombardi sono unanimi nel riconoscere che questa giunta ha fatto il suo tempo. Quindi di qui non si esce.
Salvini dice che se si va al voto la Lega prende il doppio dei voti dell’ultima volta, lei ci crede?
Sicuramente prenderà il doppio di quello che prenderà quello che resta del Pdl. In realtà per la Lega le variabili sono tante ed è difficile dire quanti voti possa prendere, ma sicuramente deve smarcarsi da Formigoni e lui ha fornito l’assist in una regione chiave dove la Lega cerca di cancellare un recente passato.
Che futuro dunque?
Un futuro che deve tenere conto anche di un altro particolare. C’è infatti un accordo segreto quando Maroni dice che sarà lui il prossimo presidente della Lombardia. Questo è un accordo evidentemente fatto con Berlusconi: se voi restate in alleanza con noi e non ci facciamo la guerra alle elezioni politica in cambio vi diamo la regione Lombardia. Ecco perché Formigoni ha risposto troppo presto senza pensarci e senza consultarsi con il suo capo che fino a prova contraria resta Berlusconi.