Felipe Caicedo è in quarantena a Roma, ma l’attaccante della Lazio con il cuore è in Ecuador, dove a causa del Coronavirus si sta consumando un vero dramma: “Ci sono morti nelle strade, il governo agisca”, il succo dell’appello di Caicedo per il suo Ecuador. Un appello accorato dnque quello di Caicedo alle autorità del proprio Paese, per scongiurare che la situazione degeneri ulteriormente.
L’attaccante biancoceleste scrive su Twitter, colpito dalle notizie che arrivano dal suo Ecuador sulle conseguenze dell’emergenza Coronavirus, in particolare nella città di Guayaquil, che è la più popolosa della nazione e luogo di nascito dello stesso Caicedo. L’aumento dei casi di contagio e i conseguenti decessi hanno provocato una situazione drammatica, con decine di cadaveri abbandonati per strada. Impossibile rimanere insensibili, dunque l’attaccante della Lazio – uno degli sportivi più noti del Paese, come il ciclista Richard Carapaz – fa quello che può, considerando che si trova a Roma confinato in casa.
CORONAVIRUS ECUADOR: L’APPELLO DI CAICEDO
Il Coronavirus in Ecuador sta infierendo sul popolo che già convive con povertà e condizioni di vita spesso problematiche, le quali di certo non aiutano nella lotta a Covid-19. Di conseguenza Felipe Caicedo, a un oceano di distanza, cerca almeno di sensibilizzare tutti sulla questione, sperando soprattutto di mobilitare le autorità dell’Ecuador. Arriva così l’appello su Twitter, allo scopo di sensibilizzare i governanti del suo Paese a prendere provvedimenti più drastici per evitare che la tragedia dilaghi ancora di più. Caicedo fa tesoro anche dell’esperienza dell’Italia, che si è ritrovata quasi subito in prima linea contro il Coronavirus.
Ecco allora le parole della punta della Lazio: “Chiedo alle autorità dell’Ecuador di agire ora di fronte a quest’emergenza, è deplorevole che a Guayaquil, come nel resto del Paese, non abbiano dichiarato la quarantena totale e obbligatoria. Per contenere il virus sono necessarie misure serie e bisogna metterle in pratica ora”.