Morto Michael Ray Richardson, per tutti Sugar: cestista che per tre stagioni ha fatto impazzire il pubblico della Virtus Bologna.
MORTO SUGAR RAY RICHARDSON: AVEVA 70 ANNI
Lutto nel mondo del basket: è morto Michael Ray Richardson, che sui parquet è stato conosciuto soprattutto come Sugar. Aveva 70 anni: era malato da tempo di cancro alla prostata, la sua vita cestistica purtroppo è stata caratterizzata dalla dipendenza alla cocaina che purtroppo gli ha chiuso molte porte, chissà cosa sarebbe potuto diventare.
Infatti, già con questo problema Sugar Ray Richardson è stato una grande icona del basket italiano negli anni Ottanta: lo ricorda in particolar modo la Virtus Bologna, con cui ha giocato tre stagioni vincendo la Coppa delle Coppe e per due volte la Coppa Italia, di fatto contribuendo a lanciare il grande ciclo delle V nere.
In carriera ha trionfato anche con Antibes in Francia e Spalato in Croazia; ha giocato anche a Livorno e Forlì, ma viene chiaramente ricordato per le stagioni irripetibili alla Virtus Bologna, con prestazioni fuori dalla norma e il titolo di MVP dell’All Star Game, che ancora si giocava nel nostro Paese prima di diventare antesignano e scomparire.

Oggi sicuramente il mondo del basket piange per la perdita di Sugar Ray Richardson, un giocatore che anche in NBA avrebbe potuto diventare una stella, che per qualche periodo lo è stato ma poi ha scelto di buttarsi via, o comunque non è riuscito a fare fronte ai suoi problemi.
SUGAR RAY RICHARDSON, UNA STELLA MANCATA
È morto Sugar Ray Richardson, tra l’altro papà di Amir che gioca nella Fiorentina, e che una stella nella NBA lo è stato davvero: il draft del 1978 lo ha visto uscire dall’università di Montana e venire selezionato da New York con la quarta scelta assoluta, per intenderci due posizioni più sopra di un certo Larry Bird ma anche cinque rispetto a Reggie Theus, i due nomi immediatamente più riconoscibili (la prima chiamata fu Mychal Thompson, padre di Klay e che abbiamo anche visto a Caserta dopo lo Showtime con i Los Angeles Lakers). Arrivò a toccare anche i 20 punti di media, con i New Jersey Nets condotti al secondo turno dei playoff 1984 dopo aver eliminato Philadelphia.
Purtroppo, alla terza volta in cui fu trovato positivo alla cocaina venne radiato dalla NBA, dovette cercare fortuna in Europa e la trovò appunto nella Virtus Bologna, una squadra che sotto la guida di Ettore Messina e con Roberto Brunamonti in campo stava facendo le prove generali per diventare la corazzata che avremmo poi conosciuto. Anche lì Sugar Ray Richardson fu trovato positivo alla cocaina; la sua carriera purtroppo non è decollata davvero, ma ancora oggi quando si parla dei migliori stranieri che siano transitati dalle nostre parti il suo nome è uno dei primi a emergere, ci stringiamo attorno ai suoi cari in occasione della sua morte ricordandone le gesta sui parquet.
