Esordire a Sanremo da solista (dopo aver calcato l’Ariston come frontman dei Subsonica) cantando una canzone il cui titolo riecheggia Tenco – che proprio al Festival si tolse la vita 50 anni fa – è un rischio decisamente grande. Eppure Samuel suggella il suo percorso nel pop dal rock elettronico delle origini con Vedrai, canzone da lui scritta con Christian Riganò e Riccardo Onori.
Il testo è uno dei più ambiziosi del Festival 2017, una canzone in cui il “vedrai” che Tenco rivolgeva alla madre qui è rivolto a una donna con cui ricominciare una vita dopo un fallimento (“Se siamo ancora qui/Vuol dire che un motivo c’è/Lascia qualcosa tra le braccia/E non questa distanza che mi sputi in faccia”): un fallimento che però si estende anche alle loro vite (“Se siamo ancora qui/Ad imparare come illuderci/A preoccuparci della verità/Vedrai che poi il tempo non ci tradirà”) e l’amore sembra un sentimento sul quale fondare il primo passo per una futura umanità (“Sotto un vento di libeccio che dall’Africa/Soffia lieve su di noi la sua sabbia/Vedrai che riusciremo a dare ancora un nome/A tutte le paure che ci fan tremare”).
L’azzardo della canzone è quello di utilizzare una sorta di rinascita del genere umano, come una nuova genesi dopo un nuovo diluvio, come metafora del rapporto d’amore: “Vedrai che i desideri si riaccenderanno/Ricostruiremo il luogo in cui poi vivranno/Perché noi siamo l’unica benedizione/L’unica tragedia, l’unica ambizione”, dice Samuel che utilizza il richiamo all’Africa a un tempo biblico e attuale, pensando al sud del mondo dal quale partono i movimenti migratori. L’impegno nel vivere, nel costruire sono così l’unica via: “E troveremo il modo per dimenticare/La noia, l’abitudine, la delusione”, “Dovremo solo ricominciare a respirare, a navigare/Dovrai soltanto dimenticare la noia, il vuoto, la perfezione”.
Vedrai è una canzone di speranza, una rinascita ed evidentemente l’augurio che Samuel fa a sé stesso per la carriera da solista, una canzone in cui colpisce anche l’assenza di valenza ironica di quel vedrai – che in Tenco, ma anche nel “vedrai che cambierà” di Battiato in Povera patria – aveva in esso la coscienza di un possibile fallimento. Ma il pop, sembra anche dirci il cantante, non può che contemplare la speranza.