Nino D’Angelo: “La Camorra ha sparato contro casa mia”/ “Volevano i miei soldi”

- Maria Salvati

Nino D'Angelo, al Corriere della Sera, racconta i momenti storici della sua carriera e spiega cosa lo ha spinto ad abbandonare Napoli

Nino DAngelo Foto LaPresse 640x300 Nino D'Angelo (Foto LaPresse)

Nino D’Angelo, cantautore di origine partenopea, torna al centro dell’attenzione. Si ricorda, infatti, una delle prime interviste di Miles David per il Corriere della Sera. Quest’ultimo, nel 1986, dichiarò: “L’altro giorno, ho sentito cantare un italiano che mi ha scioccato: Nino D’Angelo. Formidabile, potrei suonare la sua musica”. Proprio alla testata in questione, però, Nino risponde: “Onestamente, questo Miles non lo conoscevo. Sentivo solo i cantanti napoletani. 

All’epoca principiante e ora un vero e proprio esperto della vera musica, Nino D’Angelo ha 64 anni, è nonno e vive a Roma. Fu costretto ad abbandonare la Campania dopo il primo Sanremo a causa di uno spiacevole evento che lo ha visto protagonista. Egli confessa: “Me ne sono andato, perché hanno sparato due volte contro casa mia. Era la Camorra. Volevano i miei soldi”. Ecco tutti i dettagli a riguardo.

Nino D’Angelo e la sparatoria anni 80

Nino D’Angelo ha deciso di raccontare al pubblico il motivo per cui è stato costretto ad abbandonare la sua terra. “Vedevano il successo. Telefonavano, minacciavano. La seconda volta, hanno sparato dentro casa, il proiettile è entrato nella stanza dove mio figlio Vincenzo dormiva nel lettino. Siamo scappati in un giorno. Un peccato, perché devo tutto alla città, i napoletani mi adorano: piace che uno di loro ce l’ha fatta senza aiuti”.

Dopo tale dichiarazione, l’artista parla della sua carriera lavorativa e di quanto sia stato difficile esordire, soprattutto nell’epoca post-guerra. Ad oggi, egli confessa: “Al premio Tenco le mie canzoni non le conoscono neanche. Andare in tv non è facile. Per anni, mi è stato più facile avere l’Olympia di Parigi, la Royal Albert Hall di Londra o il Madison Square Garden di New York, che un teatro a Napoli. Per avere il San Carlo e celebrare Sergio Bruno è dovuto arrivare Roberto De Simone, che ha firmato la composizione strutturale cameristica”. Conclude, però, ricordando la bella esperienza al Festival di Sanremo, il grande successo musicale e l’amore per la moglie Annamaria. Uno speciale ringraziamento ai fan napoletani, i quali hanno fatto una colletta per commissionare a Jorit un murales con il ritratto del cantante. Secondo lui, “una cosa troppo grande“.







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