Un misterioso oggetto spaziale, molto probabilmente interstellare, si è schiantato negli scorsi anni sulla Terra, precisamente nell’oceano Pacifico, al largo della costa della Papua Nuova Guinea. Stando a quanto sottolineano gli addetti ai lavori, così come specificato da Fanpage, potrebbe trattarsi del primo oggetto interstellare conosciuto ad aver colpito il nostro pianeta, il terzo di questo tipo dopo i famosi Oumuamua e Borisov. Il nome tecnico è CNEOS 2014-01-08 e pare che lo stesso, prima dell’impatto, misurasse circa 50 centimetri di larghezza, ed abbia appunto avuto delle origini interstellari, così come specificato dagli astronomi Amir Siraj e Abraham Loeb, i primi a segnalarlo.
Calcolando la sua traiettoria, Siraj e Loeb hanno ipotizzato che l’oggetto misterioso provenisse da oltre il nostro sistema solare, per via della sua velocità eliocentrica stranamente alta. In ogni caso, non vi è conferma delle origini interstellari di CNEOS 2014-01-08, in quanto l’oggetto è stato identificato anche da un satellite spia del Dipartimento della Difesa statunitense, che ha deciso di tenere per se tutte le informazioni raccolte. Restano comunque significative le dichiarazioni dello scorso aprile 2022 da parte del capo scienziato dello Space Operations Command della US Space Force, Joel Mozer: “La stima della velocità riportata alla NASA è sufficientemente accurata da indicare una traiettoria interstellare”.
OGGETTO INTERSTELLARE CADUTO SULLA TERRA: IL COMMENTO DEGLI SCIENZIATI SIRAJ E LOEB
Subito dopo l’impatto è scattato il piano per il recupero dell’oggetto interstellare, anche se nessuno sa di preciso dove lo stesso è “atterrato”. L’area di ricerca è comunque limitata, 10 chilometri per dieci, e i suoi frammenti dovrebbero essere magnetici di conseguenza una nave con pesca a strascico tramite magnete dovrebbe riuscire a raccoglierli dal fondo dell’oceano.
Siraj e Loeb, assieme all’oceanografo Tim Gallaudet, hanno stilato il piano per portare alla luce l’oggetto interstellare, sottolineando che la ricerca potrebbe offrirci “l’opportunità di mettere effettivamente le mani sulla reliquia e capire se è naturale, se è una roccia, o se una piccola frazione di questi oggetti interstellari possa essere artificiale”. Ciò “non implica – concludono – che la prima meteora interstellare sia stata creata artificialmente da una civiltà tecnologica e non di origine naturale”.