Omar: “Dovevano uccidere me, non Thomas Bricca”/ “Razzisti, mi seguivano da giorni”
Omar, testimone nel caso di Thomas Bricca, ha raccontato la sua verità, sostenendo che avrebbero dovuto sparare a lui, tutto solo ed esclusivamente per razzismo

L’aggressione ai danni si Thomas Bricca, il 19enne a cui hanno sparato in testa, è avvenuta la notte del 30 gennaio, ma secondo un testimone, Omar, si trattava di un blitz che doveva colpire lui. Un caso che è ancora, per ora, un mistero, che sta portando gli inquirenti a battere tutte le possibili piste, tra cui quella di una possibile guerra tra bande che avrebbe, involontariamente, mietuto una vittima innocente e che in quella storia c’entrava solamente per il fatto di indossare un giubbotto bianco.
Lo stesso giubbotto bianco, quello indossato da Thomas Bricca, che quella fatidica sera indossava anche Omar. Il ragazzo di 20 anni da giorni avrebbe già raccontato la sua storia agli inquirenti ed ora si trova in una posizione protetta, mentre l’intera Alatri, luogo dell’omicidio, è blindata. In una diretta Instagram il ragazzo ha voluto raccontare la sua verità, alla presenza di alcuni ragazzi suoi amici. “È iniziato tutto per razzismo, questa è la verità”, racconta Omar, destinatario dei proiettili che hanno attinto a Thomas Bricca, “è nato tutto per una cazz*ta, perché loro sono schifosi di me*da. Noi non abbiamo mai avuto contatti con quello schifo di gente, mi facevano schifo fin da bambino”, sostiene riferendosi ai due fratelli, presunti colpevoli ma bollati dalla questura come “persone informate”.
Il racconto di Omar sul caso Thomas Bricca
“Non c’erano motivi seri”, spiega Omar, parlando ancora di Thomas Bricca nella sua diretta Instagram, “sabato in 7 hanno picchiato un ragazzo egiziano perché ha risposto in arabo. L’hanno pestato davanti a tutti [e] io già sabato avevo fatto denuncia, ma non potevo farla”. “Devi passare lunedì”, gli avrebbero detto le Forze dell’Ordine in questura, secondo la sua ricostruzione dei fatti.
“Domenica”, continua a raccontare Omar, “si sono presi le botte loro, doveva finire lì con Budella (uno dei due fratelli, ndr.) buttato giù, non si doveva arrivare a questo, a tre colpi di pistola”. Continuando a raccontare la sua versione sostiene che “sto da solo come un cane e non era la fine che dovevo fare io. Erano loro che dovevano fare sta fine e andarsene a fanc*lo“, sostiene Omar, “sono un essere umano, merd*a non possiamo fare vendetta, dobbiamo aspettare la giustizia”. Secondo il ragazzo basterebbe “cacciare fuori tutte le telecamere di Alatri” per scoprire tutta la verità, il pedinamento di Omar e la mano che ha sparato a Thomas Bricca.
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