Omelia cardinale Re: appello ai porporati per un Conclave oltre le divisioni, nel segno della comunione, dell’amore e della responsabilità
Nella Basilica di San Pietro in occasione della solenne Messa “Pro Eligendo Pontifice”, il cardinale Giovanni Battista Re ha tracciato l’orizzonte spirituale del Conclave imminente e il suo messaggio è stato chiaro e urgente: la Chiesa necessita di una guida che sappia risvegliare le coscienze di tutti e rafforzare le energie morali e spirituali in un mondo tecnologicamente avanzato, ma sempre più incline a dimenticare Dio e Re ha richiamato i 220 cardinali concelebranti – di cui 133 elettori – a fare una scelta che travalica ogni logica personale o di schieramento.
L’elezione del Papa è una responsabilità umana ed ecclesiale che non può essere affrontata con leggerezza o calcoli e per questo motivo il cardinale ha esortato a superare le divisioni e agire nel segno della comunione, mettendo al centro il bene della Chiesa e dell’umanità, in un tempo segnato da crisi etiche, instabilità globali e sfide spirituali complesse; ha descritto la scelta del successore di Pietro non come un semplice avvicendamento – ma piuttosto – come la ricerca di una guida capace di tenere unita la comunità dei credenti e offrire risposte credibili in un mondo spesso confuso e diviso, in cui la testimonianza cristiana è messa alla prova.
L’omelia – costruita intorno al Vangelo di Giovanni e al “comandamento nuovo” dell’amore – ha riproposto con forza l’idea di una Chiesa fondata su relazioni autentiche dove l’unità non significa uniformità ma una comunione profonda che valorizza le differenze e resta fedele al Vangelo con il riferimento al gesto di Cristo nel Cenacolo – che lava i piedi agli Apostoli, compreso Giuda – servito a mostrare la radicalità di un amore che non si ferma davanti al tradimento, un modello che, secondo Re, deve ispirare anche il discernimento dei cardinali.
In questa ottica, costruire una “civiltà dell’amore” non è un’utopia ma un compito concreto, un orizzonte che la Chiesa deve perseguire anche nei momenti di smarrimento e da qui l’auspicio per un Papa capace di parlare alle coscienze, di orientare i fedeli in un’epoca segnata dal progresso tecnico ma anche da un crescente oblio del senso spirituale, un pastore che sappia incarnare la missione apostolica con coraggio e umiltà, affidandosi alla guida della Vergine Maria.
Omelia “Pro Eligendo”: Re chiama all’unità, il mondo guarda alla Chiesa per il Conclave
Nel secondo intervento dell’omelia, il cardinale Re ha rafforzato il messaggio delineando le sfide che pesano sull’elezione del nuovo Papa: la salvaguardia dell’unità ecclesiale, la promozione di una fraternità universale, la capacità di parlare a un mondo segnato da disuguaglianze e conflitti, senza chiudersi nella difesa della struttura ma offrendo ascolto, dialogo e testimonianza e in questo senso, il riferimento all’affresco del Giudizio Universale di Michelangelo ha avuto il senso di un monito visivo e spirituale, un richiamo alla grandezza del momento e alla responsabilità di consegnare le “chiavi di Pietro” a chi saprà vivere la propria missione come servizio, fino al dono completo di sé.
Giovanni Battista Re ha auspicato un Papa “secondo il cuore di Dio”, volendo ribadire che non basta custodire la tradizione ma serve anche un’energia nuova per affrontare le povertà emergenti e rilanciare la missione della Chiesa nel mondo e sebbene abbia evitato ogni accenno diretto a tensioni o contrapposizioni interne, il cardinale ha lasciato intendere che il rischio di autoreferenzialità esiste, ed è per questo che la scelta dovrà fondarsi sulla scelta condivisa senza logiche di appartenenza ma con lo sguardo rivolto alle periferie, lì dove la fede si incarna nella sofferenza e nella speranza.
La preghiera finale dell’omelia per Papa Francesco ha chiuso il rito con una nota universale e simbolica, una sorta di ponte tra il passato e il futuro mentre il silenzio della Cappella Sistina si prepara ad accogliere una delle decisioni più decisive della storia della Chiesa.